VENEZIA | Decisione a sorpresa da parte della Procura Generale di Venezia sul processo che ha portato alla condanna di 16 intromettitori abusivi che gestivano il flusso dei turisti al Tronchetto e a Piazzale Roma.
Il sostituto procuratore generale Giuseppe Rosin ha presentato ricorso in Cassazione che richiede l’annullamento della sentenza della Corte d‘Appello che aveva visto confermare la sentenza di primo grado con la condanna a vario titolo 16 imputati.
La Procura Generale, quindi, seppur per motivazioni diverse farà il gioco della difesa chiedendo l’annullamento delle condanne e un nuovo processo.La Corte d’Appello, presieduta da Daniela Perdibon aveva dichiarato come accertate, sia al Tronchetto che a piazzale Roma, «una pluralità di minacce e violenze» commesse a vario titolo dai 16 imputati al fine di realizzare illecita concorrenza. Reato grave che, pur non connotato da modalità mafiose (a differenza di quanto aveva stabilito il Tribunale per gli episodi di piazzale Roma) secondo i giudici d’appello va considerato come abituale. E, in quanto tale, comporta tempi di prescrizione molto più lunghi e, grazie alla decorrenza illustrata nelle motivazioni del provvedimento, non prevede che le pene siano coperte da indulto.
Ciò significa che, se la sentenza dovesse diventare definitiva, molti degli imputati finirebbero in carcere per scontare pene piuttosto pesanti, comprese tra i 3 e i 4 anni e 2 mesi.
Ora, invece, la richiesta della Procura Generale che parla di erronea applicazione della legge penale e contraddittorietà della motivazione.
L’ultima parola spetta, a questo punto, alla Cassazione che deciderà se per molti degli intromettitori si spalancheranno le porte del carcere o se si dovrà ricelebrare un processo a loro carico, ma con presupposti ben diversi.
Lucio Saro
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[04/11/2012]
titolo: INTROMETTITORI TRONCHETTO | Procura chiede nuovo processo
foto: AULA TRIBUNALE (REPERTORIO)