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Inter sotto accertamenti, ecco quello che cerca la Guardia di Finanza

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Inter sotto accertamenti, la società: “Nessun indagato”, ma da dove nasce tutto questo clamore?
I giochi si sono aperti con la Procura di Torino, che indaga sulla Juventus.
Ora si muove anche quella di Milano che da qualche giorno ha aperto un’inchiesta per falso in bilancio a carico di ignoti con al centro circa 100 milioni di plusvalenze realizzate dall’Inter in due anni.

Mercoledì mattina, infatti, su delega dei pm Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi e del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf di Milano si sono recati nelle sedi del club nerazzurro e della Lega Calcio serie A per acquisire le carte. Documenti, tra cui bilanci, contratti e movimenti bancari, che riguardano le cessioni e gli scambi da parte della società del magnate cinese Steven Zhang “dei diritti pluriennali sulle prestazioni di taluni calciatori”, come ha spiegato in una nota il procuratore facente funzione Riccardo Targetti, relativi agli esercizi di bilancio 2017-2018 e 2018-2019.

Si vuole “verificare la regolarità della contabilizzazione delle relative plusvalenze” registrate con le operazioni di compravendita, scambio e prestito di una decina di giocatori di fascia medio-bassa, alcuni anche della Primavera.
Tra questi atleti il portiere romeno Ionut Radu e l’attaccante Andrea Pinamonti ‘rimbalzati’ tra Genoa e Inter, ma anche il difensore Zinho Vanheusden.

“I bilanci della società sono redatti nel rispetto dei più rigorosi principi contabili”, assicura con un comunicato stampa il club, confermando di aver fornito la documentazione.
“Nessun tesserato dell’Inter è indagato”, si legge ancora e “nessuna contestazione è stata formalizzata” in quanto “si tratta di indagini preliminari”.
Fonti vicine alla società, poi, fanno notare che da parte del club c’è ‘massima serenità’ e che da parte della gdf non c’è stata alcuna perquisizione ma solo una acquisizione documentale, durata circa tre ore.

Viene inoltre sottolineata la particolarità legata ad una operazione tra quelle per cui sono stati raccolti dati, ovverosia la cessione di Nicolò Zaniolo alla Roma, che va di fatto in direzione opposta: venduto ai giallorossi per 4 milioni nell’ operazione che ha portato Radja Nainggolan in nerazzurro, il giovane trequartista dopo soli pochi mesi valeva dieci volte tanto. Per il resto, si tratta, secondo le stesse fonti, di normali operazioni di mercato.

La nuova indagine, ancora alle battute iniziali, è nata autonomamente e qualche tempo dopo rispetto a quella torinese. Le prime verifiche dalle cosiddette fonti aperte sono state effettuate sulle due squadre milanesi dalle Fiamme Gialle che hanno depositato una relazione ai pm il 9 dicembre: mentre per il Milan non è venuta a galla alcuna sospetta anomalia, per l’Inter sono emerse “criticità” su cui si è deciso di accendere un faro, in particolare su una decina di operazioni di cui è stato redatto un elenco preciso.

I pm Cavalleri e Polizzi puntano a verificare se tra il 2017 e il 2019, anni in cui le plusvalenze hanno inciso fino al 10% dei ricavi, siano state effettuate vendite ‘gonfiate’, ossia con i valori dei calciatori ceduti o scambiati ‘pompati’ per truccare i bilanci e aumentare le entrate. Con una presunta “window dressing”, un’alterazione dei rendiconti utile a fornire una migliore apparenza della situazione societaria. Una sospetta “cosmesi” che potrebbe essere servita – è l’ipotesi tutta da accertare e che si evince dall’ordine di esibizione atti – con lo scopo di “rispettare i parametri del ‘fair play’ finanziario” per partecipare alle competizioni europee.

In passato, la Procura milanese aveva già indagato sulle plusvalenze di Inter e Milan ottenendo però, nel 2008, il proscioglimento da parte del gup di due dirigenti nerazzurri dell’epoca Rinaldo Ghelfi e Mauro Gambaro e dell’allora ad e vicepresidente vicario rossonero, Adriano Galliani. E un altro fascicolo era spuntato pure nel 2018 sempre a carico di Galliani e dell’allora presidente dell’Inter Eric Thohir. In queste indagini, uno dei punti nodali resta sempre la difficoltà di riuscire a fissare criteri precisi con cui stabilire i valori dei calciatori. L’inchiesta sulle plusvalenze si aggiunge a quella, emersa nelle scorse settimane, con al centro una presunta frode fiscale che potrebbe sfiorare i 60-70 milioni di euro, cifra non dichiarata al fisco e derivata dai compensi sui contratti di compravendita, rinnovo, prestito dei calciatori trattati da Fali Ramadani, procuratore macedone, tra i 5 più potenti al mondo, indagato assieme all’agente sportivo Pietro Chiodi.

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