NOTIZIE LIBRI | Torna Robert Langdon, protagonista, ancora una volta, del nuovo romanzo di Dan Brown “Inferno”.
Risvegliatosi in un ospedale con una ferita alla testa e senza memoria dei due giorni precedenti, Langdon si ritroverà a fuggire, aiutato dalla dottoressa Sienna Brooks, da un misterioso sicario che vuole eliminarlo. Perché si ritrova in questo guaio? E, soprattutto, perché è a Firenze? Per scoprirlo dovrà decifrare l'unico indizio a sua disposizione: una riproduzione della mappa dell'Inferno dantesco di Botticelli. Con l'aiuto di una Sienna dal passato misterioso, il professore si ritroverà in unacorsa contro il tempo che potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza dell'intera umanità .
“Inferno” esce tre anni dopo l'ultima opera di Brown e ci regala un libro avvincente da cui è difficile staccarsi, grazie ad una scrittura fluida e ad un ritmo incalzante.
Ambientato tra Firenze e Venezia, l'opera offre anche al lettore che non conosce questi luoghi o non li ha mai visitati, la possibilità d'immergersi completamente nell'ambientazione grazie a descrizioni dettagliate. Questa però finisce per essere un'arma a doppio taglio: se da un lato, infatti, amplia la cultura di chi sta leggendo, dall'altra spezza la narrazione.
Nonostante ciò, chi ama la storia rimarrà sicuramente affascinato dagli affreschi di Palazzo Vecchio, dai dipinti di Vasari o dai mosaici della Basilica di San Marco, mentre per gli altri rimane comunque una storia ricca d'intrighi, rompicapi e azione fino ad un finale che lascerà moltissimi a bocca aperta.
La maestria di Dan Brown sta nel saper scrivere alcuni capitoli facendo credere al lettore una cosa per poi rovesciare il tutto con audacia e intelligenza, facendo passare tutto come un espediente di scrittura semplice e senza insidie. Ma, chi scrive lo sa, giocare con la mente e i ragionamenti del lettore è tutt'altro che facile.
“Inferno” lascia poi con delle implicazioni sociali di tutto rispetto che, condividendole o meno, fanno riflettere. È, infatti, un libro che parla della società e del futuro del mondo, prendendo a cuore il tema del sovrappopolamento con un villain che non ha le classiche caratteristiche degli antagonisti dei libri e che sicuramente dividerà i lettori.
Quando Robert Langdon approda a Venezia, davanti alla quadriglia dei cavalli della Basilica, incontrerà Ettore Vio, che gli consegnerà le chiavi metaforiche per la risoluzione di una parte dell'enigma. La curiosità è che Vio esiste veramente ed è l'architetto responsabile della Basiljcae del Campanile, nonché proto della Procuratoria di San Marco.
La ricostruzione della nostra Basilica è abbastanza fedele escludendo l'aggiunta di una scala a chiocciola non presente e che dalla cripta non si può scappare verso la Piazza. Quello che colpisce, invece, è la piccola marchetta che l'autore fa contro le grandi navi, con ovvia licenza poetica: “Nella scia ribollente di questa nave, altre tre aspettavano in fila il loro turno per passare davanti al più noto panorama veneziano. Langdon aveva sentito dire che in anni recenti il numero delle navi si era moltiplicato così in fretta che ormai la fila si snodava ininterrotta giorno e notte”.
Inutile, in ogni caso, lamentarsi delle imprecisioni storiche e degli errori, perché Brown non si è mai presentato come un saggista, ma è un romanziere che dimostra ancora una volta cosa voglia dire intrattenere il lettore con un libro che è un po' guida turistica e un po' thriller.
Sara Prian
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[30/06/2013]
