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INCENDIO IN UNA DISCOTECA DEL BRASILE: morti 231 ragazzi

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Ne sono morti 231. Oltre cento sono feriti, alcuni gravissimi. E la maggior parte di loro sono minorenni. E’ tremendo il bilancio dell'incendio che nella notte tra sabato e domenica ha distrutto una discoteca nel sud del Brasile, a Santa Maria, un importante polo universitario 300 km a ovest di Porto Alegre, capitale dello Stato di Rio Grande do Sul. La tragedia è avvenuta alle 2.00 di notte, quando in Italia erano circa le 5.00 del mattino.
Nella discoteca brasiliana dovevano esibirsi due gruppi musicali locali e al termine della loro performance erano previsto uno spettacolo di fuochi artificiali. Sarebbe stato proprio un bengala a colpire il soffitto della discoteca, appiccando le fiamme a un materiale di plastica usato per l'isolamento acustico e seminando il panico nel pubblico.La maggior parte delle vittime è morta per asfissia o travolta dalla folla che cercava di fuggire dal locale. Le fiamme, violentissime, sono state domate dai vigili del fuoco solo dopo tre ore: il locale aveva solo un ingresso e i pompieri hanno dovuto aprire dei buchi nelle pareti per poter intervenire prendendole a picconate. Uno spettacolo raccapricciante ripreso da telefonini e telecamere e finito sui circuiti di tutto il mondo.

I morti e le decine di feriti sono stati portati nel Centro Sportivo Municipale, dove è stato allestito un obitorio di emergenza, e vari ospedali di Santa Maria.
L'incendio della discoteca Kiss ricorda, per la dinamica, quello di Republica Cromagnon, un locale notturno di Buenos Aires nel quale 194 persone sono morte e altre 1.432 sono rimaste ferite in un incendio divampato il 30 dicembre 2004, a causa dell'uso di materiale pirotecnico all'interno del locale e delle misure di sicurezza insufficienti.

Sulla tragedia pende anche una notizia tremenda: pare che la discoteca Kiss non avesse le carte in regola con le autorità  municipali. A riferirlo sarebbe stato il responsabile dei pompieri di Santa Maria, Moises Fuchs. “Il permesso per funzionare era scaduto dall'agosto del 2012, perché nel locale bisognava fare lavori per cambiare la segnaletica interna ed aprire un'uscita d'emergenza”. Il responsabile dei vigili del fuoco ha confermato che la maggior parte delle vittime è morto per intossicazione, segnalando che “molti sembrano aver confuso il cartello dell'uscita con quello del bagno: nei gabinetti abbiamo trovato decine di cadaveri”. Inoltre, secondo alcune testimonianze di sopravvissuti raccolte dai media locali, i buttafuori del Kiss avrebbero bloccato l'apertura della porta di uscita del locale, per evitare che entrasse gente senza pagare.

Giulio Mondello
[27 gennaio 2013]
redazione@lavocedivenezia.it

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