In parlamento riprende la battaglia per l’ Imu. È bastato un emendamento del Pd a far saltare la ‘tregua’ sulla tassa per la casa, quello alla Commissione bilancio della Camera per proporre di ridurre la platea dei cittadini esentati dal pagamento della prima rata, fissando un tetto di rendita catastale pari a 750 euro.
La modifica sulla prima rata dell’Imu non è da poco, perchè in maniera trasversale va a toccare tutti, in quanto con i soldi incassati, propongono gli esponenti del Pd, si potrebbe bloccare l’aumento dell’Iva.
Lo scenario politico ritorna a questo punto in discussione: come si comporterebbe il Pdl di Alfano, e la stessa maggioranza, davanti al ‘cambio di rotta’?.
Prima soluzione per disinnescare la crisi: il presidente della commissione, Francesco Boccia (Pd), giudica l’emendamento inammissibile perché entra nel merito di vicende non pertinenti, come l’Iva. Contromossa: l’emendamento viene ripresentato senza il riferimento all’Iva e quindi ritenuto ammissibile.
E il calar della sera porta subbuglio tra le fila del Partito Democratico e nella maggioranza, così all’interno del governo Letta c’è chi va in fibrillazione. La situazione è talmente delicata che è lo stesso Maino Marchi, capogruppo Democratico in commissione Bilancio e primo firmatario delle proposte di modifica, a fare una sorta di marcia indietro sostenendo che se il governo darà «risposte soddisfacenti» su alcuni temi sociali, il Pd potrebbe «procedere al ritiro o alla riformulazione» dell’emendamento sull’Imu.
Paolo Pradolin
[08/10/2013]
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