Forse la parola definitiva sulla tassa dell’Imu, su chi la dovrà pagare e chi no, arriverà il 16 dicembre, data prevista per il saldo dell’Imu 2013. In quell’occasione – si spera, e sperano fiscalisti e commercialisti – chi risiede in una casa di proprietà potrà sapere finalmente con certezza se dovrà pagare il tributo e quanto dovrà spendere.
L’ultimo colpo di scena, in una storia che dal dicembre 2011 di sorprese e cambi di marcia ne ha già riservati innumerevoli, è avvenuto con la presentazione in sede di conversione parlamentare del decreto legge 102 di un emendamento teso a ripristinare il tributo per le case con rendita catastale superiore a 750 euro.
Il provvedimento non è da poco, perchè rimette in discussione l’abolizione integrale della prima rata per tutte le abitazioni non appartenenti alle categorie A/1, A/8 e A/9. Inoltre l’emendamento invia un segnale chiaro sugli orientamenti riguardo una possibile eliminazione della seconda rata, fino ad oggi evocata a parole, ma mai in nessun modo messa nero su bianco in un testo legislativo, ivi compreso il recupero dei fondi alternativi.
Quante sarebbero le abitazioni che dovrebbero pagare se l’emendamento dovesse passare? Si tratterebbe di un balzello che ritorna per circa 4,6 milioni di case su oltre 19 milioni di alloggi considerati ‘abitazione principale’.
Paolo Pradolin
[08/10/2013]
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