Mercoledi' è morto un veneziano di 87 anni. Una morte che forse, si poteva evitare. E’ morto di infarto, a pochi metri dall’Ospedale all’Angelo di Mestre, in cui si stava recando per effettuare una visita in prospettiva di una prossima operazione di Cardiologia. Il Gazzettino ha riportato l’accaduto nei particolari, spiegando come il veneziano, accompagnato dalla moglie, ha preso l’autobus a Piazzale Roma, è sceso alla fermata dell’Auchan e poi ha dovuto salire due rampe di scale per superare i binari della metropolitana, per raggiungere l’ospedale e come, purtroppo, all’ospedale di Mestre l’anziano non ci sia mai arrivato. Quelle maledette, lunghissime, due rampe di scale: all’ultimo gradino l’uomo si accascia, e muore.
Gli ascensori, dicono i testimoni, erano guasti. E qualcuno lancia l’allarme sui mancati servizi ai disabili.
Forse però, non di dovrebbe puntare il dito solo sugli ascensori. Ci si dimentica che anche i veneziani hanno, ancora, un ospedale, con un reparto di cardiologia.
Un reparto che fino a qualche mese fa effettuava per la cittadinanza di Venezia visite cardiologiche. Un reparto che si è svuotato di medici e personale. Un reparto in cui, proprio a causa della mancanza di personale che non arriva, non si effettuano più visite e le urgenze che vengono spedite a Mestre.
Un reparto che, dicono in molti, si è deciso di far morire di asfissia.
Come tutti sanno, un infarto non è la caviglia slogata di un turista sui ponti: minuti e secondi sono di vitale importanza, e uno di questi può fare la differenza. E ci si dimentica quanto lungo sia il viaggio di un veneziano che deve recarsi fino all’ospedale all’Angelo. Per un veneziano che ha gravi problemi cardiaci, il viaggio può evidentemente essere fatale, e di quel viaggio gli ascensori sono solo l'ultima tappa.
[25 novembre 2011]
Giorgia Pradolin
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