[30/11] Il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, ha ribadito oggi a Mauro Pizzigati, presidente della Casinò municipale di Venezia Spa (foto), la propria completa fiducia, invitandolo a ritirare le dimissioni, presentate dopo gli attacchi rivoltigli da consiglieri comunali, di maggioranza e di minoranza, sulla gestione del Casinò.“Attacchi assolutamente non soltanto ingenerosi per l’impegno profuso da Pizzigati, ma anche completamente errati e infondati, privi di ragionevolezza e volgarmente strumentali, di cui non comprendo le ragioni” li ha definiti il sindaco. Cacciari ha quindi rilevato che il Casinò non è una società in crisi, anzi che in una situazione di estrema difficoltà per tutte le Case da gioco, ha affrontato la crisi generale del settore – aggravata dalla politica dello Stato per la promozione di giochi come il Superenalotto, che fa spietata concorrenza ai Casinò – meglio della stragrande maggioranza delle altre Case da gioco.
"Se errore c’è stato – ha continuato il sindaco – è stata la previsione troppo ottimistica di incassi del Casinò e quindi di introiti per il Comune, duramente smentita dalla crisi: poiché il Casinò è strumento strategico per il Comune, è necessario che ora il Comune intervenga per sanare una perdita non prevista, attraverso l’utilizzo di buona parte dei ricavi per la vendita di immobili (che sarà votata oggi in Consiglio comunale) in modo da mettere il Casinò in condizioni di ripartire, anche alla luce dei segnali di tendenziale miglioramento della situazione del settore". Cacciari si è quindi soffermato su quello che è il problema strutturale del Casinò: la rigidità del costo del lavoro, anche a fronte di scandalosi stipendi medi di centomila euro all’anno, rigidità incompatibile con il sano funzionamento di una azienda; ha perciò auspicato che la trattativa con i sindacati possa portare alla modifica di alcuni istituti contrattuali, per rendere il costo del lavoro coerente con l’andamento dell’azienda. Ha poi contestato come “scandalo etico e politico” il fatto che consiglieri comunali ascoltino i croupier invece di dare una mano a chi lavora a vantaggio del Casinò, per di più in una situazione generale che vede a Venezia sempre più numerosi lavoratori licenziati, cassaintegrati, precari.Pizzigati, dal canto suo, ha premesso di aver dato le dimissioni perché così hanno chiesto consiglieri comunali sia di maggioranza sia di minoranza, accusandolo di essere responsabile del cattivo andamento del Casinò, che invece ha avuto una flessione di incassi di gran lunga inferiore a quella di quasi tutte le altre Case da gioco del mondo, il 12 per cento su incassi di anni record, tanto che si può parlare di situazione di tenuta. E ha quindi ricordato che il Casinò di Venezia corrisponde al Comune oltre il 50 per cento degli incassi, mentre gli altri Casinò italiani arrivano al massimo al 30: "Si critica – ha commentato – perché non si conoscono i numeri. E' inoltre offensiva la falsa accusa di scarsa trasparenza gestionale, pure rivoltami in Consiglio comunale, e ringrazio il sindaco per la fiducia confermata e per aver definito infondate e strumentali le accuse da parte di consiglieri comunali, per questo, accolgo l’invito e ritiro le dimissioni".
A margine dell’incontro si è parlato anche della cosiddetta “privatizzazione”: la proposta del sindaco di vendere a privati una quota di minoranza della società di gestione (e non certo della proprietà della licenza di gioco, che per legge deve restare al Comune). Per far fronte alla crisi il progetto sarà che la società acquisisca dimensione internazionale. Occorreranno quindi dei privati di assoluta fiducia che facciano entrare il Casinò in un network internazionale, e portino nuove risorse.
fc