LETTERE AL GIORNALE | Scrivo anche a nome di altre persone che – oltre ad amare Venezia – credono nel rispetto di tutti gli esseri viventi, animali compresi.
Già le gravi emergenze quotidiane ci impegnano tanto, non vorremmo dover fare anche noi una raccolta firme per la definitiva rimozione della statua del “ragazzo con la rana”, come correttamente deciso dall’Amministrazione Comunale e come richiesto da molti abitanti.
Il ritorno del lampione (ma anche della bitta in pietra d’Istria) è necessario perchè la città si deve riappropriare di un luogo importante e straordinario quale Punta della Dogana, che ha subìto una sorta di privatizzazione e di mancato rispetto dei patti; un luogo-simbolo che deve tornare alla sua originaria armoniosità (tra l’altro non è di poco impatto la protezione in vetro, che racchiude la statua per molte ore).
Ma per noi la scultura – rimasta pure troppo – deve andarsene anche perchè profondamente diseducativa nei confronti degli animali. La rana è un essere vivente e senziente, non un oggetto da tenere appeso in testa in giù, pronto ad essere torturato o vivisezionato, come purtroppo succede a scopi pseudo-scientifici anche nelle scuole. Altro che “guardare lontano”, come aveva spiegato Pinault parlando della statua. L’orizzonte per noi è una città che guarda al futuro armonizzandosi con il passato, senza svendersi e rispettando anche gli animali, rane comprese.
Cristina Romieri
Associaz. Vegetariana
[06/05/2013]