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Il progetto del tubo. Cui prodest?

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[09/02] Venezia possiede l’infrastruttura più duttile, diffusa e meno costosa esistente in natura: l’acqua. 

Con le nuove avanzate  tecnologie di navigazione , come gli overcraft, si  possono garantire accessi diversi all’arcipelago-Venezia da vari punti  della conterminazione lagunare, decomprimendo i flussi turistici tradizionali e consentendo con una adeguata programmazione  linee privilegiate per abitanti e pendolari. La  spesa  sarebbe solo limitata all’acquisto e alla manutenzione dei mezzi  acquei che , in caso di eventi catastrofici o emergenze , consentirebbero soccorsi e vie di fuga capillari ed efficienti. 

Invece il Consiglio Comunale ha approvato in una  seduta di fine mandato nel Piano Urbano della Mobilità   la costruzione della metropolitana sublagunare  da Tessera alle Fondamente Nove.

Il costo enorme  e la complessità  dell’opera di grande impatto ambientale non sono certo giustificati dai 59.000 abitanti della città  storica, che utilizzano per lo più Piazzale Roma e la Ferrovia, ma sono funzionali alla speculazione in atto nel quadrante di Tessera dove sorgeranno alberghi, centri commerciali e parcheggi che garantiranno alle imprese costruttrici il rientro delle spese e i  profitti con un incremento del turismo mordi e fuggi nella città  storica, già  messa a dura prova dai  21 milioni  di visitatori attuali.

 

La giunta Cacciari si è impegnata a garantire con espropri e licenze i bacini d’utenza della sublagunare per assicurare ben  17.908 transiti al giorno  (allegato alla delibera 15 del 22/1/2009)  il che significa che la zona delle  Fondamente Nove sarà  sventrata perché, chi arriva lì, vorrà  giungere poi fino a S.Marco. 

E’ giusto che la politica faccia girare l’economia  garantendone le ricadute positive  sul territorio, ma questa grande opera, condivisa dai due candidati sindaco (Orsoni e Brunetta) certamente sarà   vantaggiosa per le grandi imprese che la realizzano, ma sarà  deleteria  per Venezia e soprattutto è un insulto alla specificità  della città  anfibia a misura di passo e di navigazione, che non può essere omologata alle città  di terraferma. 

A Venezia non si viene per spostarsi velocemente da un monumento all’altro come a Londra o a Sidney, il senso  della città  è  nella esperienza fisica del suo corpo anfibio nato dalla simbiosi di natura e cultura.  Snaturarla significa distruggerla fisicamente e annientare le  sue attività  commerciali e turistiche con la concorrenza di quelle del nuovo quadrante a pochi minuti di metropolitana.  Mestre si ridurrà   a suburbio di una Tessera cementificata,   perdendo  la cintura agricola fronte laguna, che altri paesi e altre politiche  avrebbero trasformato in una Camargue.

Nelli Vanzan Marchini
Storica
Presidente di Venezia Civiltà  Anfibia

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