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Il Premio “Veneziano dell’Anno 2020” al medico Jacopo Monticelli

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E’ stato conferito al giovane medico infettivologo Jacopo Monticelli il premio “Veneziano dell’Anno 2020”, il riconoscimento promosso dall’associazione Settemari assegnato a persone, enti o istituzioni che abbiano contribuito con la loro attività, il loro impegno e la loro testimonianza al miglioramento sociale e culturale della città o a diffondere il nome e il prestigio di Venezia nel mondo.

La cerimonia di attribuzione del premio, giunto alla 42. edizione, si è svolta questa mattina nelle Sale Apollinee del teatro La Fenice alla presenza, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, della presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano. All’appuntamento hanno preso parte tra gli altri, Pier Luigi Borella, coordinatore del premio, Fortunato Ortombina, soprintendente del teatro La Fenice, Elena Marcon della direzione medica dell’ospedale di Schiavonìa.

“Il merito di Jacopo Monticelli – è stato dichiarato con la lettura delle motivazioni del premio – è stato quello di avere intuito per primo la diffusione in Europa dell’infezione da Covid, intendendo questo riconoscimento esteso agli operatori della sanità, tutti prodigatisi in prima linea, spesso fino al martirio, per il soccorso ai malati e il contenimento dell’epidemia”.

“Nonostante la sua giovane età – ha dichiarato la presidente Damiano, portando i saluti del sindaco e dell’Amministrazione comunale – Jacopo Monticelli grazie alla sua competenza, alle sue capacità e al suo talento ha avuto una grande intuizione rispetto a una situazione che poco dopo sarebbe diventata un’emergenza sanitaria mondiale. Questo giovane medico oggi rappresenta un simbolo di speranza e viene premiato in rappresentanza di tutti gli operatori della sanità che dall’inizio della pandemia sono in prima linea per contrastare e contenere gli effetti del virus, per curare i malati con dedizione e spirito di servizio. Nella drammaticità di questi eventi, Venezia e l’Amministrazione comunale si uniscono ai ringraziamenti per il loro impegno e il loro lavoro”.

La dottoressa Marcon ha ripercorso nel suo intervento i momenti che hanno contraddistinto i giorni successivi al 20 febbraio 2020, quando il dottor Monticelli per la prima volta chiese alla Direzione sanitaria di effettuare un test per la ricerca del Coronavirus a un paziente ricoverato nell’ospedale distrettuale di Schiavonìa per polmonite: la tensione, il duro lavoro, la stanchezza, la preoccupazione, ma anche la solidarietà della popolazione e la collaborazione delle Forze dell’ordine.

“Ho scelto la specializzazione in Malattie infettive dopo la laurea in medicina – ha spiegato il vincitore del premio, Jacopo Monticelli – perché i germi sono come i demoni di una storia medievale. Quando ne conosci il nome sai come comportarti, come contenerli, come trattarli. Nel mio lavoro ho trovato sempre affascinante riuscire a dare il nome corretto alle cose: anche in quel periodo cruciale, perché c’erano delle polmoniti che non mi spiegavo. Per questo ho deciso di fare quei primi tamponi: dopo di che la Regione Veneto e il Sistema sanitario si sono messi in moto. E’ molto bello che questo premio sia esteso a tutti i medici perché il nostro è un lavoro di squadra”.

Il riconoscimento è stato consegnato da due rappresentanti dei giovani premiati nell’edizione precedente, “Gli angeli dell’acqua alta”, la nuova generazione del terzo millennio, che si mobilitò immediatamente in soccorso alla città devastata e ferita dall’Acqua granda del 12 novembre del 2019.

Dalla prima edizione del premio, del 1978, sono state tante le persone a essere insignite del riconoscimento fra cui Adriana Albini, Doretta Davanzo Poli, Pino Donaggio, Bebe Vio, Damiano Michieletto.

Tra gli Enti, le società e le Istituzioni, invece, ci sono, tra gli altri, la Comunità mechitarista Armena, il Gran Teatro La Fenice, la Comunità Ebraica.

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