«Vi siete già presi la vita di mio marito, ora io non ho più niente, che cosa volete da me?» urla la signora Tiziana Marrone alle telecamere del telegiornale, facendo entrare nelle case quella storia che è come un pugno nello stomaco.
«Cosa faccio adesso? Ho due possibilità: o la faccio finita anch’io, così lo Stato chiude la pratica, faccio anch’io la stessa fine di Giuseppe e il debito è estinto, o mi faccio arrestare, e vado in carcere…» racconta all’intervistatore.
Tiziana Marrone è, anzi, era, la moglie di Giuseppe Campaniello, 58 anni, artigiano sommerso dai debiti che ad un certo momento non ce l’ha più fatta. La mattina del 28 marzo 2012 arrivò davanti alla sede della Commissione tributaria di Bologna e si diede fuoco. Morì qualche giorno dopo per le ustioni e in una delle tre lettere che lasciò scrisse dei suoi problemi economici implorando gli esattori di non prendersela con la moglie.
Invece ora Tiziana Marrone mostra la cartella esattoriale da 60 mila e 400 euro che secondo Equitalia e Agenzia delle Entrate la vedova è tenuta a pagare entro 60 giorni. Sono i debiti del marito, li ha «ereditati» perché con il marito era in comunione dei beni e non c’è niente che si possa fare per annullarli — spiegano — «se non attraverso una legge dello Stato».
«Gente senza pietà» taglia corto lei in un’intervista al Resto del Carlino . «Io non c’entro niente con il lavoro di mio marito, non ho soldi e al momento nemmeno un’occupazione e a 50 anni un lavoro non te lo dà più nessuno. Non si possono chiedere 60 mila euro a una persona disoccupata da versare in sessanta giorni in un’unica soluzione».
Paolo Pradolin
[01/12/2013]
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