«Equitalia mi stava soffocando. Ho iniziato a spacciare per saldare i debiti». Il fruttivendolo di Rialto arrestato venerdì dagli uomini del commissariato San Marco di Venezia per detenzione di sostanze stupefacenti, ha spiegato al giudice che la scelta di praticare l’attività illecita derivava dal fatto che gli affari andavano male. «Equitalia mi ha mandato cartelle esattoriali per 55 mila euro. Sono separato con una figlia, avevo paura che se non fossi riuscito a pagare me l’avrebbero portata via».
Il fruttivendolo avrebbe comprato la cocaina solo una settimana prima. «Chi me l’ha venduta mi ha detto di prenderne 300 grammi, che tanto sotto le feste sarei riuscito a venderla facilmente. Ne avevo portato un etto in magazzino, che avevo già cominciato a vendere, altri due li avevo lasciati a casa. Li avevo già impacchettati e sigillati, però, perché volevo restituirla, mi ero pentito».
Intanto a Venezia ci si interroga su un altro traffico di stupefacente gestito in un negozio. I carabinieri ieri hanno arrestato Pietro D.A., 46 anni, titolare del «Vertigo Shop di Santa croce». Aveva 3 etti di marijuana in negozio, che secondo gli investigatori veniva spacciata a giovani e studenti.
Redazione
[24/12/2013]
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