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Il campionato di calcio italiano si può ancora chiamare cosi?

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L’allarme è stato lanciato dal Ct della nazionale Prandelli, poi Sacchi ed in fine il giocatore dell’Under 21 Bianchetti si è sfogato “Se mi chiamassi Blanco giocherei di più”.
Anche non volendo il problema dei giocatori stranieri nel campionato di calcio Italiano è una questione che ogni tanto riemerge tra gli addetti ai lavori e l’opinione pubblica.
Questa volta però, se si analizza il fatto che durante la prima giornata di campionato delle leghe professionistiche (A, B e Lega Pro), sono scesi in campo 99 atleti italiani e quasi 300 stranieri si può ben capire l’abuso della legge Bosman.
Dove stanno andando le rose delle squadre italiane? Milan, Inter etutte le altre, sono iscritte al campionato Italiano di Serie A ma effettivamente lo possiamo ancora chiamare così? Oramai è divenuto un torneo internazionale.
Se una nostra squadra vince un torneo come la Champions League, possiamo dire che a vincerla è stata una squadra Italiana?

La tendenza, anche nell’ultimo calciomercato ha sottolineato quanto l’acquisto di calciatori stranieri sia privilegiato dalle società .
Perché? Possibile che i dirigenti sportivi non si rendano conto che così facendo distruggono il lavoro e le speranze dei vivai italiani? Non converrebbe puntare su questi per avere a lungo termine generazioni di ottimi calciatori? In fondo la pasta fatta in casa non è la più buona?
Si sente parlare che il Barcellona è la squadra più vincente da anni, proprio grazie alle sue giovanili da cui emergono grandi campioni. Copiarla non è così difficile.

Purtroppo in Italia se si mettesse in luce un nuovo Messi, verrebbe escluso; qui contano solamente la statura e la prestanza fisica. Un sedicenne deve dimostrare trent’anni, non è importante che sappia calciare.
Infatti anche in serie A, si vedono calciatori privi delle basi del calcio, non sanno passare, tirare e nemmeno battere un calcio d’angolo. E’ dai tempi di Roberto Baggio e Alessandro Del Piero che non si vede un cross decente.
Così facendo il divario con le squadre Europee si allargherà  sempre di più e l’importanza delle nostre Società  si assottiglierà .

Quanti campioni stranieri ci sono tra questi trecento? Credo che si contino sulle dita di una mano, quindi acquistare un brocco dall’estero o far esordire un ventenne italiano cosa cambia? Il Milan è arrivato a riesumare il trentenne Kakà , pur di non far esordire il talento casalingo Saponara.
Le parole di Bianchetti sono giuste, i calciatori dovrebbero protestare per questo e soprattutto sono i tifosi che devono far sentire la loro voce.
Perché sia chiaro, senza il povero tifoso che paga il biglietto o l’abbonamento alla pay-tv, il calcio muore e probabilmente ne avrebbe bisogno. Almeno per un po’.

Far sentire la propria voce, non è difficile, disertando gli stadi, spegnendo il televisore e magari raccogliendo firme per proporre una regola molto semplice alla FIGC: l’obbligo per le società  professionistiche di schierare in campo i calciatori italiani in numero maggiore.
Certamente risponderanno che gli interessi economici, non consentono tale regola ma bisognerebbe ricordare a questi signori che il Calcio è solamente uno sport.

Mattia Cagalli
[redazione@lavocedivenezia.it]

Riproduzione Vietata
[05/09/2013]


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