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Il calcio italiano è morto. Di Mattia Cagalli

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Pepito Rossi resta a casa dal Mondiale

Il Campionato del Mondo dell’Italia è finito ma è tutto il calcio italiano ad essere morto da tempo. Lungo tempo.

Il fallimento di Prandelli e della Nazionale è certamente colpa delle scelte del CT ma queste vanno equamente divise con il sistema e con le società calcistiche del nostro paese. Soprattutto con i loro dirigenti.

Per quanto riguarda gli errori del buon Cesare, tutto parte dalle convocazioni o meglio dalle mancate convocazioni di alcuni giocatori e le giustificazioni date in merito. Lasciare a casa Luca Toni perché non ritenuto un attaccante moderno, sa veramente di frottola dell’ultimo secondo.

Come la non perfetta forma di Giuseppe Rossi, uno che in Nazionale ci sarebbe andato anche con una gamba sola; a differenza di altri che si disperavano negli spogliatoi perché non venivano schierati titolari. Si parla di Antonio Cassano, una convocazione immeritata, basata sugli ultimi due mesi di impegno nel campionato. Un impegno completamente disatteso in Brasile.

Ogni volta che è stato chiamato in causa si è rivelato inutile e indisponente, come il compare Mario Balotelli. Il giocatore più sopravvalutato della storia italiana.

Mario è un buon giocatore per una squadra di metà classifica, vive sul gossip e su una immeritata fortuna. Fino a vent’anni fa, quando sui nostri campi correvano e segnavano gente come Baggio, Signori, Chiesa, Del Piero… I Balotelli non avrebbero mai trovato un ingaggio oltre la serie B.

Totalmente fuori luogo la lettera del giocatore in cui alle accuse dei compagni più anziani Buffon e De Rossi, risponde tirando in ballo il razzismo. In questo frangente il colore della pelle non centra assolutamente nulla e attaccarsi a questi espedienti, dimostra anche la piccolezza dell’uomo oltre che dell’atleta.

Il fallimento di Balotelli è comunque anche quello di tutto il reparto di attacco, alle punte non è mai arrivato un vero pallone giocabile e infatti anche il tanto invocato Immobile è stato artefice di una prestazione scadente.

Mai un passaggio, una verticalizzazione, un passaggio in profondità. Un gioco tutto basato sullo sterile possesso palla e passaggi nello spazio stretto; l’obbiettivo sembrava quello di entrare in porta con la palla. Un metodo in cui hanno fallito anche i maestri spagnoli.

Questa débâcle dovrebbe servire a tutto il movimento calcistico per riflettere e in un paese normale questo accadrebbe. Ci sarebbe molto da cambiare ma le parole si disperdono nel vento da lungo tempo, dal mondiale del 2010 se non prima.

Tutto comincia dalle squadre di club che non conoscono più la competitività a livello Europeo. Negli ultimi quattro anni solo la Juventus ha raggiunto una semifinale di Euro League, tra l’altro dopo essere stata eliminata al primo turno di Champions League.

L’alto tasso di stranieri, la maggior parte non certo di prima qualità (che superano per numero i giocatori italiani) e soprattutto il totale disinteresse dei club per i settori giovanili, porteranno solamente al peggioramento della situazione. Le squadre spagnole, tedesche e inglesi fanno esordire i ventenni nelle competizioni europee. Quelle italiane li rilegano in prestito nelle serie minori, non li considerano mai pronti ed esperti. Ma come possono avere esperienza se non gli viene data l’opportunità?

Marco Verratti (forse unico talento rimasto e migliore in campo con l’Uruguay), è stato costretto ad emigrare per trovare qualcuno che credeva in lui e ora farà altrettanto Ciro Immobile. La Juventus non poteva tenerlo? Non poteva dargli una chance? No, ha dovuto incassare dieci milioni per comprare un giovane straniero che sarà probabilmente lo spagnolo Morata. Complimenti, davvero complimenti.

D’altra parte dalle squadre primavera, non emerge più nessuno ma non solamente nei grandi club ma neppure in quelle così dette di provincia. Caso emblematico quello del Chievo che da anni, ha uno dei migliori settori giovanili ma non ha mai fatto debuttare nessuno in prima squadra. E non lo farà neppure ora che i ragazzi hanno conquistato lo scudetto.

Il vivaio più prolifico italiano è quello dell’Udinese che però, è solamente al 25° posto europeo.

Ascoltando i dirigenti italiani, sembra che la ragione di tutto sia la mancanza di fondi; i settori giovanili costano ma i soldi a detta loro scarseggiano.

L’unico modo per guadagnare, sono gli stadi di proprietà ma nessun a parte la Juventus sembra indirizzarsi veramente verso questa direzione. Senza gli introiti dello stadio (non solo campo di calcio ma vera e propria struttura commerciale), non si potrà mai competere con lo strapotere economico Inglese e spagnolo.

Inoltre non ci sarà mai affidata una competizione internazionale come un campionato europeo o un Mondiale; le nostre sono strutture vecchie e non accoglienti, se non addirittura fuori norma. E’ da Italia90 che non si fa un restyling degli stadi.

Purtroppo come ogni volta accade un fatto in questo paese, ora si sprecheranno fiumi di parole e inchiostro. Si griderà allo scandalo e al bisogno di cambiamento, lo faranno anche coloro che questo cambiamento possono attuarlo ma alla fine tutto cadrà nel dimenticatoio e rimarrà immutato.

Unica nota positiva sono state le dimissioni di Cesare Prandelli che ha dimostrato di essere comunque uomo vero. In un paese dove sono tutti attaccati alla poltrona e non si dimette mai nessuno, almeno lui lo ha fatto. Chapeau.

In tutto questo comunque resta l’ignobile figura Uruguaiana, prima in Suarez, colpevole dell’ennesimo morso in carriera ad un avversario e alle ignobili parole del “signore” Oscar Tabarez che non ha assolutamente non ha stigmatizzato il gesto del suo giocatore ma anzi alle domande pressanti dei giornalisti ha avuto il coraggio di sostenere che si tratta del Campionato di Calcio, non di belle maniere.

Dove vogliamo andare se i protagonisti “del più bello sport del mondo” ragionano così?

Il calcio italiano è morto ed ora Sky e Mediaset se ne contendono la salma.

Mattia Cagalli

[26/06/2014]

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  1. il Calcio italiano sta diventando come La politica troppe Parole he 0 progresso! La formula giustta per cambiare tutto he mandate ha Casa Tutti gli stranieri Di. Poco valore he dare spazzio ha gente seria giovani con tantta voglia Di. Fare sia sul settore tecnico he pratico solo casi torneremo Forti!

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