Alla fine c’è gente che piange, negli spalti come in campo. Neymar a centrocampo e Julio Cesar davanti alle telecamere, è gioia e tensione assieme che comincia ad evaporare.
Il Brasile si salva ai rigori ma ha rischiato seriamente di uscire dal ‘suo’ mondiale. Se vuole davvero vincerlo dovrà ora far vedere quel salto di qualità che è mancato fino ad oggi.
Il Brasile si salva ai rigori a Belo Horizonte, consegnando alla storia un Cile (e un Brasile) che avebbero fatto parlare di loro per anni, per ragioni opposte. Invece a passare dopo i rigori è stata la squadra di casa, che lo meritava meno del Cile, ma aveva tra i pali un Julio Cesar che l’ha salvata parando i tiri al dischetto di Pinilla e Sanchez (proprio lui, fino a quel momento in migliore in campo) e ha visto finire sul palo il penalty decisivo, di quello Jara.
Che il Cile fosse in serata magica lo si era capito al 120′, quando Pinilla faceva gelare duecento milioni di brasiliani con uno splendido tiro che andava a ‘stamparsi’ sulla traversa. Se fosse entrata oggi si scriverebbe un’altra storia.
Era il segnale che la dea fortuna aveva deciso da che parte stare, ha indossato un vestito gialloverde, forse anche un po’ per la stizza verso una squadra che alla fine dei tempi regolamentari, e all’inizio dei supplementari, era stata padrona del campo e aveva avuto il torto di non spingere a fondo.
Si va alla soluzione estrema: la sorte punisce Jara e fa piangere di gioia il fenomenale Julio Cesar. Brasile batte Cile 4 a 3, 3 a 2 nella sola lotteria finale, le emozioni non sono comunque mancate.
Venerdì prossimo il Brasile se la vedrà contro la Colombia, che ha battuto 2-0 anche l’Uruguay.
Il Brasile si salva ai rigori, quindi, ma come spesso nella vita, è stata questione di centimetri.
Roberto Dal Maschio
[29/06/2014]
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