La diatriba sulla traduzione (a volte maccheronica) delle indicazioni con i nomi di calli e campielli di Venezia registra un nuovo atto. Il consigliere provinciale Pietro Bortoluzzi (Fratelli d’Italia) ha presentato un ordine del giorno con il quale chiede di mantenere l’attuale grafia dei “nizioleti” veneziani, elemento identitario profondamente radicato nella venezianità. Bortoluzzi, nel merito, è partito da precise considerazioni.
Nella città storica di Venezia sono utilizzati come targhe toponomastiche i caratteristici “nizioleti”, che riportano su fondo bianco (come appunto un “lenzuolino”) i toponimi tradizionali, vergati secondo la grafia della lingua veneziana. Con una discutibile delibera – si legge nell’o.d.g. – che richiama bibliografie e fonti parziali, l’attuale giunta comunale di Venezia ha cominciato a modificare radicalmente i testi dei “nizioleti”, in gran parte italianizzandoli pesantemente.
Il consigliere Bortoluzzi: «La conservazione dell’ormai radicata tipicità dei toponimi finora riportati secondo grafia e lessico veneziani nei “nizioleti” è sicuramente elemento da tutelare per difendere l’identità e la tradizione veneziana. Un cambio di denominazione dei toponimi costituirebbe anche un disagio per molte attività che ormai sono solite usare quelle forme per indicare i loro indirizzi. Le posizioni di storici e linguisti sono molto differenziate e non appare opportuno con una delibera unidirezionale imporre un pensiero unico su un tema così discusso, come quello della grafia veneziana».
Redazione
[07/11/2013]
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