Salvatore Girone e Massimiliano Latorre rischiano la pena di morte? Il ministro degli Esteri Emma Bonino ieri ha detto che il rischio di pena capitale è escluso, ma le notizie che arrivano dall’India sono poco rassicuranti ed hanno di nuovo alzato la tensione sul caso.
Il quotidiano Hindustan Times ha rivelato che l’agenzia investigativa Nia, incaricata di istruire il processo contro i due marò a New Delhi, ha consegnato al ministero degli Interni il rapporto finale sulle indagini: in esso raccomanda che i militari italiani siano processati sulla base di una legge (Sua Act) che prevede come unica pena quella capitale.
A quanto pare, il ministero degli Interni sarebbe ora in imbarazzo e probabilmente chiederà un parere legale alla Procura Generale. Da una parte, infatti, la Nia evoca il Sua Act secondo il quale, nelle circostanze per il quale è applicabile, «se qualcuno causa la morte sarà punito solo con la pena di morte», dall’altra, la scorsa primavera il ministro degli Esteri di Delhi aveva assicurato al governo italiano che Girone e Latorre non rischiavano la pena capitale in quanto in India può essere comminata solo «nel più raro dei casi rari», caratteristica non attinente all’incidente del 15 febbraio 2012 nel quale morirono due pescatori indiani al largo delle coste dello Stato del Kerala.
L’ultima parola sul capo d’imputazione in base al quale condurre il processo la dovrà comunque pronunciare il giudice, probabilmente attorno a metà dicembre.
Che razza di governi abbiamo in Italia? Non siamo neppure capaci di difendere i nostri soldati che da un paio d’anni sono bloccati in un Paese che se ne frega dell’Italia.
Cosa abbiamo ottenuto dall’Onu o dalla Nato? Abbiamo ottenuto che i nostri soldati siano carne da cannone a Kabul , in Serbia, in Libano, in Iraq?
Siamo diventati un Paese senza palle e intanto manteniamo almeno 150.000 indiani in casa nostra.