Caro Direttore,
i provvedimenti, ancora in itinere, relativi alle “liberalizzazioni” hanno scatenato una serie di vaste reazioni e vivaci proteste che, umanamente,sia pure solo in parte, comprensibili, esibiscono tratti e caratteristiche che sconfinano, spesso, nella prevaricazione. Viene spontaneo correre con la memoria alla reazione delle “vittime” del primo provvedimento, vale a dire dei lavoratori dipendenti e dei pensionati che …in buona sostanza, se la sono messa via!
I liberi professionisti appartengono, come noto, ad Ordini professionali che hanno i connotati delle “Caste”, con tutte le relative conseguenze che ben conosciamo, quali.. l’aspirazione a far parte di quei poveri 7.500 individui ignari che la legge impone di dichiarare il reddito maturati. Certo non intendo, assolutamente, colpevolizzare quelle categorie, ma altrettanto certamente deduco che ai poveri dipendenti e pensionati, la legge che prevede la tassazione alla fonte dei loro redditi, non consente loro di correre il brivido di evadere. Ma la Costituzione non parla di eguaglianza di tutti i cittadini, qualunque sia il colore della loro pelle, il loro credo religioso e via di seguito? Ecco, io penso che questa norma sconfini nell’ incostituzionalità !
Il “settore del reddito fisso”, con il suo comportamento serio, composto ha detto a Monti di andare avanti per la sua strada mettendo finalmente un po’ d’ordine in questo malandato Paese, almeno sino a quando non riprenderanno in mano le redini i Partiti ed allora ricominceranno i guai.
iginio gianeselli
[27/01/2012]