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HESHK BESHK ORIENTAL DANCE FESTIVAL 2013

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NOTIZIE VENEZIA | Dalle piramidi alla laguna. Nell’immenso bacino delle danze orientali, Venezia ospita per la quarta volta il festival dedicato alla danza egiziana con maestri internazionali e danzatrici provenienti da tutto il mondo.

di Luca Ferrari, ferrariluca@hotmail.it
Giornalista, co-fondatore di Bellydance Italia, la prima rivista italiana online di danza orientale e tribal

Venezia e l’Oriente. Epoca dopo generazione, una storia infinita si rinnova all’insegna di antichi e moderni linguaggi. Oggi, nel terzo millennio, da giovedì 4 a domenica 7 luglio 2013, le culture s’incontrano per condividere l’arte della danza mediorientale nell’anfiteatro multietnico dell’Heshk Beshk Oriental Dance Festival. Una quattro giorni di seminari e spettacoli con l’Open Gala giovedì 4 luglio, l’Open Stage & Competition venerdì 5 e il Closing Gala Show sabato 6. “Noi stiamo danzando. Stiamo festeggiando” esordisce subito l’organizzatrice veneziana Emanuela Camozzi, “ma il nostro primo pensiero è per la Patria della danza mediorientale, per tutte le famiglie e gli amici dei nostri maestri. Il nostro cuore è vicino al cuore dei nostri fratelli egiziani”.

La danza orientale continua la sua inarrestabile marcia nel fertile ventre culturale italiano, laguna inclusa. L’incipit è semplice. Le ragazze si avvicinano. Scoprono la passione e cominciano un intenso cammino, passando dal semplice corso sotto casa a workshop intensivi nelle metropoli. Il passo successivo sono le prime esibizioni, quindi la partecipazione ai festival. Grandi eventi questi, sempre più presenti anche nell’antica Repubblica Marinara. Se nel biennio 2010-11 infatti fu il Lido di Venezia a ospitare le prime due edizioni del Silk Road Project, poi trasferitosi altrove, da quattro anni l’Heshk Beshk Festival è un appuntamento ormai consolidato nel panorama nazionale (e non).

“Il festival è cresciuto per partecipazioni e perché in un certo modo siamo cresciuti anche noi come organizzatori e direttori artistici. Wael (Mansour, ndr) e io siamo ballerini in primis” sottolinea soddisfatta Emanuela, “il lavoro di organizzatori era forse una caratteristica nascosta che attraverso la passione per la nostra amata danza ha trovato il modo di sbocciare. Il festival è cresciuto nel nostro ambiente perché sia in Italia sia all’estero si è capito lo spirito e l'idea del nostro lavoro, ovvero diffondere la danza egiziana grazie agli insegnamenti dei più grandi esponenti, concentrandoci solo su questa ed escludendo altre discipline come il Tribal. La base invece non è cambiata, location inclusa. Anche quest’anno infatti la manifestazione si terrà  al Laguna Palace di Mestre. Questa struttura è la più adatta in assoluto. Ampissimi spazi per studiare, dotati di ogni confort. Posizione strategica per tutti coloro che arrivano con il desiderio di visitare Venezia”.

Nello scorrere il ricco elenco di danzatrici che si esibiranno durante i due Gala, salta all’occhio la presenza di artiste provenienti aldilà  degli Urali, a cominciare dall’ucraina Marta Korzun, quindi le russe Anna Borisova, Katia Solpanova, Anastasya Farida e ancora una presenza dall’Ucraina, Julia Torgonksa, quest’ultima vincitrice della 2° edizione del Bellyfusion Festival di Assisi. “Da un punto di vista tecnico-artistico, in Russia, Ucraina, Ungheria e Bulgaria ci sono artiste di altissimo livello” analizza Emanuela, “non è assolutamente una casualità . Lo studio della disciplina in questi paesi è un vero e proprio lavoro. Si applicano in modo molto duro. Sono, come si suol dire, – delle vere e proprio macchine da guerra –. Ammiro molto la determinazione e la forza di queste persone”. Un feeling quello delle danzatrici russe evidente con l’antica Serenissima. Nell’ultima edizione “lidense” del Silk Road, fu la russa Ebru ad aggiudicarsi il premio per la miglior performance, conquistando poi anche il premio donato dalla Produzione per Duetto insieme alla giovanissima connazionale Daria Kopnenkova.

Ad arricchire il parterre della manifestazione, in linea con l’idea di un costante scambio e crescita artistica, numerose e affermate danzatrici-organizzatrici di festival in Italia e all’estero. La bulgara Evelina Papazova, da anni residente nel Belpaese, proprio quest’anno ha dato vita al primo festival di danza orientale nella sua terra natia, il Layali Bulgaria Oriental Dance Festival (Sofia, 31 maggio – 2 giugno). Nello show inaugurale saranno on stage anche Elisabetta Ricci Jalila, direttrice Bellyfusion Festival di Perugia, Daniela Russo Hunaida, direttrice Etna Bellydance Festival e l’elvetica Svetlana Regli, direttrice del Raqs Festival. Sabato invece, ci sarà  Marilena Iside de Letteris, organizzatrice del Mazagat Festival di Bari.

Giovedì 4 luglio, nel Gala Show, si potrà  assistere alle performance di danza egiziana di artisti di varie nazionalità  tra cui Amir Thaleb (Argentina), Khaled Mahmoud (Egitto/Regno Unito), Mohamed Kazafy (Egitto), Sarah Malik (Inghilterra), la friulana Giulia Mion, Hinf Taoufiq (Marocco-Francia), Hana (Svezia) e l’americana Jillina, direttrice della più famosa compagnia di danza Medio Orientale, Bellydance Evolution, in un break dal tour del nuovo spettacolo The Dark Side of the Crown, che riprenderà  il 30 agosto a Miami (Florida, USA) dopo aver visitato anche l’Italia il giugno scorso a Bari.

Per assistere infine alle performance delle star dalla terra dei Faraoni, bisognerà  attendere sabato sera quando calcheranno il palco Wael Mansour (direttore artistico del festival), Tito Seif con i suoi celebri bastoni e la “stella del Cairo”, Randa Kamel. Molto attese anche le esibizioni dell’ungherese Mercedes Nieto, di nuovo in laguna dopo la partecipazione nel 2011, la francese Semsemah e l’italiana Valentina Mahira. Tra i pochi protagonisti maschili merita una segnalazione il sempre più affermato artista napoletano Faren Ben Azira, che insieme ad Azira Imman (anch’essa presente), organizzano l’evento Quando le stelle cadono a Napoli, giunto quest’anno alla 3° edizione.

Non solo nomi internazionali ma anche danzatrici locali. Tra di esse Cinzia Bonato (Treviso) e Francesca Calloni (Venezia), autrice quest’ultima insieme alle colleghe Barbara Pettenati e Lucia Massaro del libro Danze Orientali – Evoluzioni in movimento (2013). Emanuela, Francesca e Cinzia collaborano spesso per la realizzazione di spettacoli e seminari, dando così alle allieve delle rispettive scuole la possibilità  di apprendere stili differenti. Perché la danza orientale non è solo tecnica e palco. È condivisione.

Riproduzione Vietata
[03/07/2013]


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