Beppe Grillo riparte ricordando la sua posizione : «Il M5S non darà alcun voto di fiducia al Pd (né ad altri). Voterà in Aula le leggi che rispecchiano il suo programma chiunque sia a proporle». Ritorna il 'Modello Sicilia' e, al momento, sembra l'unico tavolo sul quale appoggiarsi per lavorare.
Il leader 5 Stelle chiude categoricamente al segretario Pd, ritraendolo come un fantasma nel suo blog: «morto che parla».
«Da giorni — scrive Grillo — sta importunando il M5S con proposte indecenti invece di dimettersi, come al suo posto farebbe chiunque altro. È riuscito persino a perdere vincendo. Se Bersani vorrà proporre l'abolizione dei contributi pubblici ai partiti sin dalle ultime elezionilo voteremo di slancio, se metterà in calendario il reddito di cittadinanza lo voteremo con passione». In questo M5S si è già mosso rinunciando alla propria quota di finanziamento pubblico, si tratta di decine di milioni di euro che tornano disponibili.
La replica di Bersani è un po' tiepidina: «Quel che Grillo ha da dirmi, insulti compresi, lo voglio sentire in Parlamento. E lì ciascuno si assumerà le proprie responsabilità ». Non vuol dire molto, mentre è più esplicito Nichi Vendola: «Se il partito di Grillo dirà no alla proposta del centrosinistra si assumera' la responsabilità di riportare il Paese, in questo stato di crisi economica catastrofica, di nuovo alle urne».
Quello che succederà Beppe Grillo lo dichiara alla Bbc: «l'esecutivo durerà un anno al massimo e poi ci saranno nuove elezioni. E ancora una volta, nelle urne, il Movimento 5 Stelle, cambierà il mondo».
Grillo garantisce che «ogni tentativo di coinvolgere il movimento è falso» e assicura che «non sosterrà alcun governo». «Non diamo voce alla rabbia, noi diamo una speranza — ha spiegato —. Se non si crea una speranza, si arriva alla violenza, dovrebbero ringraziarmi».
Mario Nascimbeni
[redazione@lavocedivenezia.it]
Riproduzione Vietata
[28/02/2013]