Affascinanti per semplicità esecutiva e densità umana i disegni dove, con
pochi segni di penna e qualche “struscio” di acquarello bruno, identificava piccole cose e quotidiani avvenimenti in corsivo, dove si coglie un profumo di cose perdute quali gioielli rubati da un ladro maldestro, il tempo !
E ancora, ancora mille altri dettagli e meravigliose declinazioni ricche di storia e di vitache in questa mostra colpiscono lo spettatore fino a farlo sentire partecipe di un mondo ormai scomparso e con esso una umanità di cui oggi non manteniamo nemmeno più il ricordo.
Sono giunto alla fine del mio itinerario espositivo avendo potuto darvi solamente una minima percezione di ciò che offre questa mostra meravigliosa, per ovvii motivi di spazio e di tempo, della cui completezza potrete appropriarvi solo visitandola.
Voglio salutarvi con il ricordo del quadro più emozionante, intriso di umana intimità . E’ l’ultimo della mostra e si trova nell’ultima sala appeso ad un pannello, gioiello solitario, alla fine del percorso, si tratta di un dipinto poco più grande di una cartolina, si intitola: “ Rio dei Mendicanti” e mostra il canale omonimo verso la laguna con la facciata della chiesa baciata da una luce serotina, verso il tramonto, con uno sbuffo di rosso che accarezza l’aria e le pietre mentre tutto sembra dissolversi tra cielo e acqua segnando la fine di una storia.
Un arrivederci ai nostri lettori alla prossima mostra.
Venezia, Ottobre 2012
Giorgio Pilla