Fontaniva è il paese natale della ragazzina che a 14 ha pensato di togliersi la vita, quasi dando soddisfazione a quanti la dileggiavano sul social network maledetto: “Ucciditi.. che ci stai a fare…” le dicevano.
Oggi i funerali della ragazza che domenica scorsa si è lanciata dal tetto del palazzone dell’ex hotel Palace di Cittadella.
«Per Fontaniva questa morte è un dolore enorme», ripete il sindaco Marcello Mezzasalma accanto ai fiori che più mani, ieri, hanno posato ai piedi del «terribile» hotel. Una risposta però sarebbe dovuta.
Qualcuno ha spinto la ragazza morta a Cittadella al suicidio? E se è accaduto, non sarà mica qualcuno che conosceva, qualcuno del paese, magari suo coetaneo che si nasconde dietro l’anonimato di internet per distruggere le persone?
Fontaniva cova questo terribile dubbio: a scuola, in paese, qualcuno sa?
Accanto alla terribil ipotesi una quasi-certezza: ora quel terribile social network diventerà ancora più famoso, raccoglierà ancora più iscritti, Se non altro per la curiosità che ha scatenato.
E per via di quell’aberrante qualità umana di volersi avvicinare alle tragedie e all’orrido nella convinzione di poter comunque sempre poter tornare indietro, farà ancora più proseliti.
Alla scuola «Girardi» di Cittadella, comunque, ne sono convinti, anche se non lo dicono davanti: dietro quelle terribili frasi dette alla ragazzina che si è suicidata ci sono altri ragazzi, gli adulti non usano quel ‘social’.
Paolo Pradolin
[15/02/2014]
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Gli insegnati, le famiglie, hanno il dovere di parlare con i ragazzi, di aiutarli a capire come crescere e diventare persone capaci di non fare del male.
Persone capaci di distinguere, di discernere, di misurare ilo costo di ogni azione. Per sé e per gli altri.