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Emergency alla Giudecca e la poca chiarezza nelle assegnazioni del Comune di Venezia

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Il Comune di Venezia è proprietario di due bei palazzi alla Giudecca, restaurati da poco con i finanziamenti europei allo scopo di diventare degli incubatori per piccole imprese “innovative” operanti, in particolare, in alcuni settori (telecomunicazioni, informatica, servizi alle imprese, organizzazioni ed organismi extraterritoriali, ecc.). Essi sono l’ex Cnomv e l’ex Herion ai quali si aggiunge un terzo incubatore a Marghera, zona Ca’ Emiliani, destinato invece a piccole imprese artigiane.

Purtroppo, nella peggior tradizione degli amministratori “sinistri” della città, la gestione di queste strutture è a dir poco fallimentare: più del 60% degli spazi sono tristemente vuoti da più di due anni e il Comune, nello stesso periodo, ha perso 160 mila euro per mancati canoni e pagato 320 mila euro di spese varie (riscaldamento, elettricità, manutenzione) proporzionalmente agli spazi rimasti vuoti.

Ma gli incubatori non sono scarsamente utilizzati per mancanza di nuove start-up o perché la posizione alla Giudecca è ritenuta scomoda. Il principale e vero motivo è l’incapacità della Direzione Attività Produttive che, banalmente, non è riuscita neppure a pubblicizzare il bando presso, ad esempio, le due università cittadine o la Camera di Commercio per raccogliere nuove imprese interessate. Il bando, per assurdo, non è mai apparso in modo duraturo, negli ultimi anni, neanche nella homepage del sito comunale (gratuitamente, quindi) mentre altre notizie, ben più irrisorie, hanno campeggiato lì per svariati mesi come l’inutile “lettera aperta ai cittadini digitali” a firma del Direttore Generale oppure la notizia de “Il Comune di Venezia su Facebook”.

Oggi anziché pensare ad un rilancio di queste strutture, vista anche l’urgenza di creare imprese e lavoro per i tanti disoccupati presenti sul territorio, l’amministrazione ha deciso di mandar via le ultime imprese rimaste nell’incubatore dell’ex Cnomv per affidare l’intero palazzo (3.000 mq affacciati sul canale della Giudecca) in concessione per nove anni all’Ong EMERGENCY, dietro pagamento dell’abituale canone previsto per le associazioni iscritte all’albo comunale.

Quindi, anziché rimuovere il dirigente, si è scelto di “spazzare la polvere sotto il tappeto” continuando cioè a ignorare il problema. E per di più coinvolgendo, in modo vergognoso, la meritevole Onlus usata strumentalmente come sfollagente per liberarsi delle fastidiose start-up.

A pensar male si potrebbe quasi credere che l’affossamento progressivo delle due strutture sia stato finemente architettato allo scopo di creare i presupposti per l’arrivo, in pompa magna, dell’Onlus fondata da Gino STRADA e poi usare la cosa come spot pre-elettorale dagli amministratori veneziani (leggi: curatori fallimentari) in forte crisi di consenso. Ma chi pensa male, si sa, fa peccato! Manco avessero nominato un assessore proprio con la specifica delega alla “realizzazione della sede internazionale di Emergency” (!)

Il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione urgente al Sindaco, con il consigliere Gianluigi PLACELLA, proprio al fine di fare luce su tutti questi aspetti e chiedere conto, in particolare, della colpevole (non) gestione degli incubatori d’imprese.

Considerato poi che è, in ogni caso, una buona notizia l’arrivo di EMERGENCY in laguna il Movimento ha proposto pure una soluzione alternativa a quella dell’utilizzo dell’incubatore: si può concedere alla Onlus lo spazio dato gratuitamente, dalla stessa amministrazione comunale, all’ASPEN INSTITUTE. Si tratta di uno spazio non piccolo: 720 metri quadri circa, al netto di cavedi, presso le Procuratie Vecchie in Piazza San Marco. Quest’ultima associazione, che “nasce nel 1950 e, da allora, promuove e favorisce lo sviluppo di una leadership illuminata, formata al dialogo e in grado di affrontare le sfide della società globale”, potrà certamente trovare un’altra sede di rappresentanza nel centro storico, anche a pagamento.

Del resto, il Presidente di ASPEN Italia è Giulio TREMONTI, l’ex ministro dell’Economia, e nel suo comitato esecutivo figurano personaggi del calibro di: Romano PRODI, LETTA (zio e nipote), Paolo MIELI, Mario MONTI, Fedele CONFALONIERI, Luigi ABETE, Lucia ANNUNZIATA, Giuliano AMATO.
Insomma, non sembra proprio il tipo di associazione che ha bisogno della generosità dell’amministrazione comunale (generosa, ovviamente, a spese nostre). Va ricordato poi (sempre) che la città ha i conti in rosso (mutui per 881,5 milioni di euro) ed ha appena sforato il Patto di Stabilità: dovrebbe dunque essere un po’ più parca nel concedere gratuitamente l’uso dei suoi beni.

Resta comunque divertente il fatto per cui i “sinistri” impongono il pagamento del canone a EMERGENCY, associazione stra-meritevole, mentre affidano gratuitamente un’ambasciata da 800 metri quadri all’ASPEN INSTITUTE che gode già di ottima salute finanziaria e che, insieme a CLUB BILDERBERG e Commissione TRILATERAL, è considerata un’associazione di stampo massonico. E’ meno divertente la circostanza per cui il Comune paga forse un affitto per gli spazi delle Procuratie, appartenendo essi alle Assicurazioni Generali (un po’ meno generose, evidentemente!).

P.S. serenamente e seriamente, invitiamo Emergency e Gino Strada a fare un passo indietro rispetto all’assegnazione dell’incubatore dell’ex Cnomv e trovare così un’alternativa che non danneggi, in qualche modo, la città e le sue imprese. Non s’inquini l’immagine di questa magnifica Onlus con i biechi interessi elettoralistici del centrosinistra veneziano.

P.P.S. chiediamo chiarezza sul soggetto che, per primo, ha individuato l’incubatore della Giudecca come possibile spazio per Emergency: il Comune, nella delibera, afferma che la richiesta è pervenuta dall’Ong stessa mentre Gino Strada ha dichiarato il contrario alla stampa locale e ad uno dei nostri parlamentari.

Gruppo di Lavoro
BILANCIO, PATRIMONIO E SOCIETA’ PARTECIPATE
MoVimento 5 Stelle Venezia

[26/03/2014]

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