Giorgio Zanardi, 74 anni, si è tolto la vita, non ce la faceva più a portare avanti la Zanardi Editoriale di via Venezuela 3 di Padova. Vere lacrime oggi quelle dei dipendenti che dimostrano, meglio di ogni parola pronunciata, il rapporto all’interno di un’azienda che non è solo ‘un posto di lavoro’.
Giorgio Zanardi si sarebbe suicidato perchè non riusciva più a pagare gli stipendi ai ‘suoi’ operai. Il lavoro era calato, la liquidazione di alcuni soci, la cassa integrazione per 80 dei 110 dipendenti, le banche che hanno chiuso i rubinetti, la richiesta di concordato: la situazione continuava a peggiorare.
La Zanardi Editoriale era stata aperta negli anni ’60 ed era arrivata a contare 300 di dipendenti. Oggi, persino le due figlie del titolare erano finite in cassa integrazione. “Si è suicidato perché non riusciva più a pagare gli stipendi dei propri operai, perché era uno di noi” ha spiegato una dipendente in lacrime. “Paghi pure i fornitori prima, noi stringiamo i denti per il bene dell’azienda” avevano detto i dipendenti che ben conoscevano il valore e la serietà dell’uomo.
Proprio quella serietà era entrata in conflitto con l’amor proprio dell’uomo che non accettava il ‘disonore’ di una crisi che però non era per colpa sua.
Il presidente di Confindustria Padova Massimo Pavin: “È un dovere di tutti, nessuno escluso, farsi un esame di coscienza spietato, chiedersi cosa si poteva fare e non è stato fatto”.
Redazione
[14/02/2014]
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