Non c’è pericolo immediato, non c’è nulla da temere, ma assieme alle rassicurazioni arriva la notizia che ora le Ulss sanno come affrontare un eventuale caso di Ebola dalle nostre parti.
Il Settore Igiene Pubblica e Prevenzione della Regione del Veneto ha infatti realizzato con il supporto di un gruppo di esperti un protocollo con le prime indicazioni operative di risposta regionale per la prevenzione e le eventuali tipologie di intervento da attuare in caso dovesse presentarsi il virus Ebola. Il piano è statp trasmesso oggi a tutte le Ulss.
Il documento, contiene anche indicazioni utili per i viaggiatori diretti nelle zone colpite ai quali tra l’altro si raccomanda di evitare il contatto con malati e/o i loro fluidi corporei e con i corpi e/o i fluidi corporei di pazienti deceduti; evitare contatti stretti con animali selvatici vivi o morti; evitare di consumare carne di animali selvatici.
Il protocollo fornisce la definizione di caso e classifica il rischio di contrarre la malattia a seconda del tipo di esposizione, con particolare riferimento al rischio derivante dai viaggi verso i Paesi interessati dall’epidemia.
Vengono poi illustrate le tipologie di intervento che devono essere attivate a fronte dei casi sospetti, possibili e probabili, anche in riferimento alla diagnosi differenziale con le altre malattie infettive febbrili di importazione quali la malaria.
Sono stati previsti percorsi di sicurezza per la gestione in ambiente specialistico dei casi probabili e confermati incluso l’invio dei campioni biologici ai centri di riferimento nazionale per la conferma laboratoristica.
Redazione
02/09/2014
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