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E dopo l'allarme al Colosseo? Sicurezza e carenza di personale

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Come nel caso di Pompei, si riparla dei problemi dei beni culturali solo quando si verifica (per fortuna in questo caso non c’è stato) un evento negativo. La UIL lo va dicendo inascoltata da anni e negli ultimi mesi sembrava che lo avesse capito pure il Sottosegretario Giro, il Mibac corre il rischio di chiudere nell’arco di 3/5 anni per mancanza di personale poiché ai circa 1000 pensionamenti l’anno (l’età  anagrafica media è di 55 anni) non corrisponde un turn over che consenta di guardare al futuro.


Il Mibac è passato negli anni 2000 /2011 da oltre 26.000 unità  a poco più di 18.000 e l’abbattimento più consistente si registra proprio nell’area della vigilanza poiché a fronte di un fabbisogno di 12.936 unità  in servizio ve ne sono poco più di 7500 che diventeranno ancora meno entro la fine dell’anno e scenderanno sotto i 7000 nel corso dell’anno 2012.

Eppure questi dati andrebbero studiati , analizzati poiché l’Italia è l’unico paese che può vantare gli orari di apertura di Musei e Aree archeologiche che non ha eguali al mondo visto che garantiscono 11 ore di apertura e gli orari potrebbero essere ancor più aumentati con semplice iniziative organizzative anche sino alla mezzanotte ovviamente in condizioni tali da essere in sicurezza.

Ora considerato il contesto il caso del Colosseo non rappresenta per la UIL una novità  assoluta al pari di altre realtà  Italiane ma è opportuno riflettere su quanto è accaduto poiché questo dimostra come aldilà  di talune condizioni oggettive, si fa un gran parlare di interventi per il monumento più visitato con presenze che vanno mediamente da circa 4000 a 28.000 per oltre 5 milioni l’anno, ma poi nonostante sui beni archeologici di Roma si registra la presenza di 2 Commissari e 1 Soprintendente nessuno di essi sembra essere interessato al tema della sicurezza.
Infatti ricordiamo che per assicurare la vigilanza al Colosseo mediamente vi sono 7/8 custodi per turno mentre ne servono almeno il triplo visto che a quelli che ci sono non vengono neanche concesse le ferie.

Meno di un anno fa l’allora Soprintendente Giuseppe Proietti aveva calcolato che i custodi minimi per esercitare un presidio , necessari alla Soprintendenza Archeologia di Roma (Foro Romano e Palatino, Colosseo, Domus Aurea, Caracalla, Cripta Balbi, Palazzo Altemps, Palazzo Massimo) fossero almeno di 100 unità .

Ovviamente quel numero era largamente insufficiente se si calcolano anche : Terme di Diocleziano, Malborgetto / Villa di Livia, Santa Croce in Gerusalemme, Cecilia Metella, Tombe Latine, Gabii, Basilica Sotterranea di Porta Maggiore, Piramide Cestia, Settebassi, campo di Bove, Scavi di Ostia Antica, Museo Alto Medioevo, Museo della Villa Ostiense, Castello di Giulio, Museo delle Navi di Fiumicino e Necropoli dell’Isola Sacra.

La proposta peraltro era quella di utilizzare mediante il ricorso alla Società  Ales delle graduatorie di un concorso perché si trattava di personale comunque selezionato.

Da allora non si è saputo più nulla se non una proposta risicata fatta dall’attuale Soprintendente Moretti di ricorrere ad Ales per 16/24 unità  massime.

La settimana scorsa il Mibac ha inviato a Tremonti una richiesta di assunzione di sole 68 unità  di vigilanza che poi dovranno essere ripartite per l’intero territorio nazionale con un evidente annullamento di qualsiasi effetto sui musei e sulle aree archeologiche visto che toccheranno mediamente 1 al massimo due unità .

Tuttavia la UIL è contraria all’istallazione di metal detector ed in questo ha ragione Resca poiché non è pensabile di rallentare con tutti i disagi del caso visitatori di Pompei , Uffizi, o Colosseo che hanno punte oltre i 25.000 ingressi giornalieri.
Occorre investire sull’incremento del personale e sull’istallazione di telecamere poiché ad oggi vi sono situazioni estremamente diversificata.

In quasi tutti i musei e le aree archeologiche vi sono delle Cabine di Regia che però sono vetuste ed in condizioni tali che se non vi fossero i custodi la sicurezza in molti casi sarebbe un optional.
A Brera e al Cenacolo Vinciano vi sono diversi tipi di allarme da quelli a tenda a quelli volumetrici e sono collegati con le forze dell’ordine oltre che con la ditta che ne ha la manutenzione.

Esiste il problema del deposito dei bagagli perché ad esempio al Cenacolo Vinciano non esistono armadietti per riporre zaini o altri oggetti ed i visitatori sono invitati a lasciare i propri bagagli fuori incustoditi.
Quando vi sono dei ripostigli questi hanno la forma dei classici armadietti da supermercato.

Le immagini che vengono rilevate dalle telecamere sono conservate mediamente per 24 /48 ore prima di essere cancellate.
Agli Uffizzi allo stesso modo vi sono più sistemi di allarme che vengono monitorati da una cabina di regia che conserva le immagini per tre giorni di seguito.
Alle Gallerie dell’Accademia di Venezia le telecamere sono poche ed andrebbero potenziate ed anche in questo caso i sistemi di allarme sono ad ultrasuoni , volumetrici e a barre laser a seconda delle opere esposte.
Qui le immagini vengono conservate per 72 ore.

Infine a Pompei esiste un sistema di vigilanza mediante telecamere sull’intero perimetro degli scavi con una particolare attenzione verso la Casa della Menandro, la casa di Venere in Conchiglia, la Villa di Larario Fiorito mentre le terme Suburbane hanno una sistema di telecamere solo esterno così pure via dell’Abbondanza.
Qui le immagini vengono conservate per 30 giorni.

La UIL chiede che sul tema della sicurezza dei nostri Musei e Aree Archeologiche il Ministro Galan apra una riflessione seria confrontandosi poiché il problema esiste ma ci sono anche le condizioni per poterlo affrontare con iniziative mirate senza dover ricorrere a delineare una sorta di zona rossa per tutti i beni culturali del nostro paese.

Segreteria Nazionale Uil Beni e Attività  Culturali

[10 agosto 2011]

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