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Dpef, dipendenti pubblici: niente aumenti fino al 2020, sono i lavoratori che hanno già perso 240 euro al mese negli ultimi quattro anni

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I dipendenti pubblici, evidentemente categoria tra le più bistrattate dagli ultimi governi, non vedranno rinnovi di contratto almeno fino al 2010.
Si tratta di un provvedimento ‘enorme’, anche pensando che si va a congelare gli aumenti fino al 2020 a lavoratori a cui avevano già bloccato i rinnovi dei contratti da almeno quattro – cinque anni.

Def, il Documento di economia e finanza approvato martedì dal governo, non prevede infatti stanziamenti per il rinnovo dei contratti, il cui blocco è stato prorogato dall’ultima finanziaria (governo Letta) fino al 2017.

Niente aumenti con rinnovi contrattuali, evidentemente, anche perchè a pagina 34 della sezione II, si dice solo che la spesa per i dipendenti pubblici aumenterà dello 0,3% ma solo «nel 2018 in ragione della nuova indennità di vacanza contrattuale relativa al triennio 2018-2020». Sapete bene, quindi, che la “vacanza contrattuale” è quell’indennità che viene gentilmente concessa quando non sono previsti rinnovi di contratti scaduti. Dal 2018 verrà applicata quella indennità – che normalmente dura qualche anno – che ha l’unica funzione di cercare di recuperare il 50% dell’inflazione.

Il blocco dei contratti scaduti del pubblico impiego è un’ingiustizia sociale dura da sopportare, anche perchè, secondo stime sindacali, alla fine del 2014, a causa del blocco in vigore dal 2010, gli statali avranno perso in media 240 euro al mese di potere d’acquisto.

Ma i sindacati cosa dicono? «Ci preoccupa molto la prospettiva di un ennesimo mancato rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici — dice il segretario aggiunto della Uil, Carmelo Barbagallo —. Oggi, lo Stato è il peggior datore di lavoro del nostro Paese: si può decidere come e cosa contrattare, ma non si può negare la contrattazione».

Paolo Pradolin

[10/04/2014]

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