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Donna ucraina si perde a Venezia, senza soldi e senza riuscire a farsi capire. Passa la notte alla Caritas finchè la polizia risolve il caso

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Jesolo, ore 09.00 di questa mattina: il titolare di un noto hotel di Jesolo accompagna presso il Commissariato di via Aquileia un suo cliente, un cittadino ucraino poco più che 35enne: l’uomo, con la giovane figlia di tredici anni, riferiva concitato agli agenti (facendosi intendere nonostante parlasse solo la propria lingua), di far parte di una comitiva partita ieri sera per far ritorno in Ucraina dopo una vacanza in Italia, ma di essere rimasti in albergo dopo la partenza del gruppo poiché avevano smarrito i contatti con la moglie dell’uomo (di 30 anni) e madre della giovane.

I poliziotti, nel ricostruire le fasi della vicenda, hanno accertato che nella giornata di ieri la comitiva aveva visitato la città di Venezia, accompagnata da una guida; tuttavia, prima del rientro a Jesolo (luogo dove erano alloggiati), era rimasto a disposizione della comitiva del tempo libero per una visita libera alla città. Il ritrovo, fissato nei dintorni del punto d’arrivo, era stato concordato con tutti in previsione del rientro a Jesolo tramite un battello che li avrebbe riportati in terraferma.

Del gruppo facevano parte anche l’uomo, accompagnato dalla moglie e dalla figlia. Complice una svista o forse l’incanto delle bellezze della città lagunare (le cui calli sembrano, ad occhi stranieri, tutte simili), sta di fatto che la donna ha perso il contatto con la famiglia e con il gruppo, perdendosi nella zona di San Marco.

La guida però non ha inteso aspettare la ricomparsa della donna, preferendo far rientro – come programmato – a Jesolo: all’arrivato del battello, infatti, la comitiva ha ripreso la strada della terraferma, lasciando sola in città la donna.

In realtà la segnalazione della scomparsa era stata fatta alle Forze dell’Ordine, ma con tutta probabilità vi era stato un fraintendimento tra la guida, che forse non parlava un inglese fluente e l’operatore che aveva poi effettivamente diramato la ricerca, ma relativa ad una ventenne ucraina, senza ulteriori particolari dettagli.

In serata la donna, che ormai aveva perso l’orientamento ed anche la speranza di ricongiungersi alla propria comitiva, si era rivolta alle Forze dell’Ordine lagunari, ma senza soldi né cellulare (li aveva infatti il marito) e con seri problemi a farsi capire, non aveva di fatto la possibilità di mettersi in contatto con la famiglia, né far capire bene cosa fosse accaduto e dove fossero alloggiati i congiunti.

In ogni caso, nella serata la donna e’ stata messa in contatto con una connazionale che l’ha accompagnata alla Caritas ove ha trascorso la notte.

I suoi familiari sono comunque rimasti ospiti dell’hotel jesolano, mentre la comitiva era partita in serata stessa.

Stamattina, stante l’assenza di ogni contatto con la donna, padre e figlia sono stati accompagnati al Commissariato di Jesolo.

Gli operatori del Commissariato di via Aquileia, dopo un pressante giro di telefonate tra Sala Operativa della Questura di Venezia e quella dell’Arma dei Carabinieri lagunari, hanno rintracciato la signora ucraina che aveva assistito la sfortunata donna nella sera precedente, dalla quale hanno appreso che quest’ultima stava raggiungendo Mestre per prendere un autobus, in partenza alle ore 11.00 dalla Stazione FF.SS. con destinazione Kiev.

A quel punto, e’ stato facile contattare l’operatore Caritas che stava accompagnando la signora presso lo scalo ferroviario mestrino ed informarlo di quanto accaduto: nello stesso lasso di tempo, la volante jesolana ha condotto marito e figlia a Mestre per ricongiungersi con la congiunta.

Alle 11.00 sono tutti e tre ripartiti a bordo dell’autobus verso l’Ucraina.

Redazione

[16/02/2014]

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