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Donna segregata per otto anni, rinchiusa in casa dalla propria madre

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Dalle prime testimonianze raccolte dalla polizia pare che la ragazza non si vedesse in giro da circa 8 anni, qualcuno la ricordava ma nessuno poteva dire dove fosse andata ad abitare o che fine avesse fatto. Era segregata.

La donna era rinchiusa in casa, in una casa dove la polizia ha fatto fatica ad entrare trovandosi davanti, in pratica, ad un deposito di spazzatura. Sproco e puzza ovunque in quell’appartamento che aveva le tapparelle bloccate e le finestre incastrate.

E camminando increduli in quel disastro di rifiuti, escrementi e polvere che pareva nebbia, i poliziotti hanno fatto una scoperta che li ha raggelati: a terra, rannicchiata dietro a un divano, nuda e coperta solo da uno scialle lercio, c’era una donna. Pallida, allucinata, scheletrica. Con un asciugacapelli stretto tra le mani con il quale cercava di riscaldarsi.

L’ambulanza l’ha portata in ospedale ed ora è ricoverata. Ha detto a malapena di essere lì dentro da anni e non sa nemmeno lei quanti.

La donna sarebbe stata rinchiusa dalla propria madre che la teneva prigioniera in una condizione inumana. Ai poliziotti non è servito molto tempo per capirlo. E in breve hanno anche rintracciato la donna, una vedova di 69 anni che viveva in un’altra casa insieme con una parente. Quando sono andati ad arrestarla, con l’accusa di sequestro di persona e maltrattamenti, lei quasi si è sorpresa. Ha detto che quella figlia non l’aveva abbandonata perché un paio di volte alla settimana andava a portarle da mangiare e che comunque con lei aveva sempre avuto un cattivo rapporto, che non riusciva a tenerla buona e che quello era l’unico modo per evitare che facesse danni. Quali danni, però, non lo ha spiegato.

Gli investigatori stanno indagando ora sugli altri parenti e persino sui vicini, per capire se c’era qualcuno che sapeva e non ha fatto nulla. Neanche parlato.

P. Pradolin

[01/03/2014]

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