Il degrado di una parte del centro di Mestre e la conseguente paura fanno chiudere i battenti ai commercianti.
La situazione più critica si ha in via Carducci, dove nemmeno il ‘Tutto ad un euro’ dei cinesi è resistito, un po’ per la crisi, un po’ per la criminalità che si aggira in quella via.
Il negozio di pelletterie ‘Carducci 52’ si è spostato in via Rosa, il ‘Vip’ in via Manin, altri, invece, non hanno nemmeno più la forza di riaprire.
E se si passeggia per via Carducci, si nota come ormai i negozi sembrano potersi contare su una mano. In special modo nei presi di via Felisati, punto d’incontro per criminali e pusher, ma non solo.
A far loro compagnia ci sono i barboni, che magari frequentano la mensa dei poveri l’ vicino, e alcuni dei tossicodipendenti che prima avevano come fissa dimora il Candiani, ma che ora si ritrovano sulle panchine di piazzale Donatori di Sangue.
Nemmeno dentro villa Erizzo, diventata centro della biblioteca di Mestre, si può stare tranquilli. Questo perché, anche qui, gli accattoni o gli sbandati entrano senza problemi, infastidendo chi lì dentro vorrebbe studiare in santa pace.
«Lo abbiamo detto al prefetto e pure al questore – spiega Fabrizio Coniglio del comitato ‘Mestre Off Limits’ – che questa zona sta vivendo un forte degrado e che servono cure da cavallo».
A questo si aggiungono le continue segnalazioni per il bisogno di maggiore illuminazione per tutto il centro mestrino.
Sara Prian
[17/02/2014]
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