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DALIPAGIC A VENEZIA | La Reyer può battere Varese e passare il primo turno dei playoff

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L'INTERVISTA | Pochi mesi fa si è fatto l’anca destra nuova. Una protesi che gli ha consentito di riprendere a fare ciò che ama di più da quando ha smesso di cecchinare i canestri delle squadre avversarie. Drazen Praja Dalipagic oggi ha 61 anni. Vive a Belgrado con la moglie e il basket lo guarda solo alla televisione, soprattutto l’EurolegaL’Italia, però, resta la sua seconda casa, Venezia soprattutto. E quando la Reyer chiama lui dice sempre presente. Come in occasione della presentazione dell’iniziativa “Crociera Reyer”, il camp estivo per i ragazzini che la società  di basket veneziana organizza in collaborazione con Msc a bordo di una delle navi della flotta della compagnia navale, la Msc Fantasia, che salperà  dal porto di Venezia il 7 luglio per raggiungere la Grecia e quindi fare ritorno in Laguna il 14 luglio.
A bordo della Msc Fantasia ci sarà  anche lui, il Praja. E quale miglior modello del basket internazionale poteva essere scelto per insegnare ai ragazzini a giocare a basket.
Oggi, però, Drazen la pallacanestro la guarda solo alla televisione. Campionato italiano compreso.
«Ho visto anche la vittoria della Reyer contro Avellino – spiega – Venezia è una buona squadra. Ora che si appresta a giocare i playoff come obiettivo minimo deve porsi quello di superare il primo turno. Gioca contro Varese, lo so, un po’ la squadra sorpresa del campionato ma giunti a questo punto non ci deve porre limiti. Venezia, forse, per fare il salto di qualità  ha bisogno di maggior continuità  nei risultati e nel gioco, non subire passaggi a vuoto. Ma adesso sono playoff, bisogna dare tutto e può succedere di tutto. Il campionato italiano è molto livellato. Non c’è più la Siena schiacciasassi, la squadra da battere. Tutti possono battere tutti».
Varese è allenata da Frank Vitucci, un ragazzo che li conosce bene. «Ma sapete che l’ho scoperto da poco che Vitucci è il coach di Varese? Non ci crederete ma è così. Io me lo ricordo come un bravo ragazzo, determinato. Se è arrivato fino a questo punto vuol dire che è stato anche furbo. Gli auguro il meglio».
Praja e il basket oggi. Il suo giudizio? «Si fa sempre più fatica a trovare talenti. Il livello tecnico generale del gioco è più verso il basso: anche da noi nella ex Jugoslavia. Non si vedono più i ragazzini giocare nei campetti, fare il due contro due su un canestro fino a quando non c’è più luce. Lo sport è più costruito e sempre meno spontaneo. E questo, a volte, penalizza il talento, la fantasia. L campionato italiano quest’anno è molto livellato, ma anche in Europa ad eccellere sono sempre le stesse squadre. L’Eurolega è l’unico torneo che ancora mi diverte vedere alla televisione».
Praja scherza e scatta foto con tifosi e anche con uno dei talenti Reyer come Tommaso Fantoni (vedi foto). Si stringono la mano, scherzano. «Lei è un mito, un piacere stringerle la mano» dice Fantoni. «Sei bravo sotto canestro? Bene è già  molto importante nel basket di oggi. Per tirare bene come facevo io hai ancora tempo» risponde Drazen che poi chiede: «Dove si può fumare qui sulla nave?».
Ma a lui si può concedere.

Raffaele Rosa
[redazione@lavocedivenezia.it]
Riproduzione Vietata
[5/05/2013]

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