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Crisi e ripresa, se ne sono andati 3.500 euro a testa. Pensioni e buste paga i più colpiti

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Altri dati allarmanti su come ha colpito la crisi arrivano dal Centro studi di Confindustria. Secondo i nuovi studi il Pil italiano è diminuito del 9,1% rispetto al picco che c’è stato prima della crisi nel 2007.

Secondo le previsioni la perdita è da dividere in due: metà di questa riduzione non verrà recuperata prima del 2019, per l’altra metà, invece sarà ancora peggio.

IPer l’altro 50% del Pil perso la perdita sarà ancora più persistente, non riuscendo neanche a prevederne il recupero.

Il Centro studi di Confindustria ha sottolineato come sono stati bruciati oltre 200 miliardi di euro di reddito a prezzi 2013, che significa, procapite, quasi 3.500 euro per abitante.

La flessione subita dal Prodotto interno lordo, spiegano, è per circa metà strutturale, cioè dovuta a perdita di capacità produttiva.

A soffrire di più di questa perdita, precisa la Cgia di Mestre, le pensioni e le buste paga, diventate più leggere a causa dell’aumento delle addizionali comunali e regionali Irpef, salite tra il 2010 e quest’anno di oltre il 30%.

Fra i redditi più colpiti ci sono pensionati (+34%) e operai (+36%).

Paolo Pradolin

[26/01/2014]

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