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Crisi di Governo. Alfano: ‘il governo non esiste più’

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crisi di governo

Si è aperta ufficialmente la crisi di governo con l’annuncio delle dimissioni dei 5 ministri del Pdl (Angelino Alfano, Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello, Beatrice Lorenzin, Nunzia De Girolamo) richieste ieri da Silvio Berlusconi. Con le dimissioni da ogni incarico governativo da parte dei 5 esponenti dell’esecutivo Letta, il vice premier Angelino Alfano ha confermato che il governo non esiste più.

Ieri pomeriggio il premier è stato informato in anticipo delle intenzioni del Cavaliere, per garbo istituzionale del vicepremier Alfano. Appena avvertito, Letta ha subito telefonato a Napolitano. La nota ufficiale del leader del Pdl parla di decisione a seguito delle scelte del governo Letta sulla questione Iva. “Ho invitato la delegazione del Popolo della Libertà a valutare l’opportunità di presentare immediatamente le dimissioni per non rendersi complici, e per non rendere complice il Popolo della Libertà, di una ulteriore odiosa vessazione imposta dalla sinistra agli italiani” spiega Berlusconi nella lettera. “La decisione assunta da Enrico Letta, di congelare l’attività di governo, determinando in questo modo l’aumento dell’Iva è una grave violazione dei patti su cui si fonda questo governo – psosegue la nota- e contraddice il programma presentato alle Camere dallo stesso premier e ci costringerebbe a violare gli impegni presi con i nostri elettori durante la campagna elettorale e al momento in cui votammo la fiducia a questo esecutivo da noi fortemente voluto”. E allo stesso modo, per il Cavaliere “l’ultimatum lanciato dal premier e dal Pd agli alleati di governo sulla pelle degli italiani appare irricevibile e inaccettabile”.

Il Cavaliere ha preso la sua decisione nonostante la posizione delle tante colombe che davano al governo ancora qualche chance di sopravvivenza, senza avvisare preventivamente i vertici del Pdl e sollecitato dai due falchi Denis Verdini e Daniela Santanchè. Motivo che avrebbe creato non pochi mal di pancia all’interno del Pdl, indispettendo alcuni parlamentari, come Fabrizio Cicchitto: “Ritengo che una decisione di cosi rilevante spessore politico, avrebbe richiesto una discussione approfondita e quindi avrebbe dovuto essere presa dall’ufficio di presidenza del Pdl e dai gruppi parlamentari il cui ruolo in questa cosi difficile situazione politica andrebbe esaltato sia sul piano delle scelte politiche da prendere sia su quello dell’iniziativa politica”.

Letta, che ritiene il motivo dell’Iva solo un pretesto, ha risposto in modo altrettanto duro alle dichiarazioni di Berlusconi “Per cercare di giustificare il gesto folle e irresponsabile di oggi – ha affermato il premier – tutto finalizzato esclusivamente a coprire le sue vicende personali, tenta di rovesciare la frittata utilizzando l’alibi dell’Iva. La responsabilità dell’aumento dell’Iva è invece proprio di Berlusconi e della sua decisione di far dimettere i propri parlamentari mercoledì, fatto senza precedenti, che priva il Parlamento e la maggioranza della certezza necessaria per assumere provvedimenti che vanno poi convertiti”.

I cinque ministri che hanno rassegnato le dimissioni:

Angelino Alfano. Vipresidente del Consiglio e ministro degli Interni. Siciliano di Agrigento, classe 1970. Il suo ruolo nel governo Letta era, politicamente, quello di collante tra il governo e il leader del Pdl. Un ruolo che in questi mesi ha svolto, nonostante le tante fibrillazioni, stringendo anche un buon rapporto con il premier Enrico Letta. Nonostante tutto questo, ha subito reagito alla richiesta di Berlusconi di chiedere le dimissioni dei ministri.

Gaetano Quagliariello. Ministro per le Riforme costituzionali. Nato a Napoli il 23 aprile 1960, senatore dal 2006, un passato nei Radicali, Quagliariello è considerato uno dei “costituzionalisti” del Pdl, ragion per cui è stato inserito nei 40 a cui è stato dato l’incarico di riformare la Costituzione. Considerato una “colomba governativa”, era decisamente il ministro che meno volentieri si è autoescluso dell’esecutivo Letta ma ha comunque eseguito gli ordini del Cavaliere.

Nunzia De Girolamo. Ministro dell’Agricoltura. Nata a Benevento il 10 ottobre del 1975 e laureata in Giurisprudenza, spirito bipartisan di questo governo di larghe intese, anche per il suo essere sposata con il deputato del Partito Democratico Francesco Boccia. Il ministro (o ex ministro) è una dei fedelissimi del Cavaliere, tanto da aver eseguito prontamente l’ordine di rassegnare le dimissioni.

Maurizio Lupi. Ministro alle Infrastrutture e trasporti. Nato a Milano il 3 ottobre 1959, si è laureato nel 1984 alla Facoltà di Scienze Politiche ad indirizzo economico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, è sposato e ha tre figli. Anche lui berlusconiano fedele e tra gli esponenti Pdl più presenti in televisione, ha seguito i suoi colleghi senza esitare.

Beatrice Lorenzin. Ministro della Salute. Nata e residente a Roma nel 1971, è il ministro del Pdl meno noto. Nel 2013 è inizialmente proposta come candidata alla presidenza della Regione Lazio, ma, in seguito, lascia il posto a Francesco Storace, già presidente della regione Lazio dal 2000 al 2005. Alle elezioni politiche di febbraio 2013 viene riconfermata alla Camera dei Deputati nelle liste del PDL.

Giorgia Pradolin

[29/09/2013]

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