L'Eurozona per cercare di correre ai ripari ha lavorato nella notte predisponendo una bozza di piano per evitare il tracollo di Cipro. L'intenzione, non nascosta, è quella di allontanare il rischio di ripercussioni sulla stabilità dell'euro.
I ministri finanziari dell'Eurogruppo sono così arrivati per una riunione straordinaria a Bruxelles alle 18. Prima difficoltà affrontata: si sono dovuti confrontare con una trattativa preliminare con il presidente cipriota Nikos Anastasiades che è durata fino ad oltre mezzanotte. Il clima è molto teso sia a Bruxelles che a Cipro.
Giornali ciprioti hanno rivelato che un ordigno esplosivo è esploso provocando lievi danni ad una filiale della Bank of Cyprus, la più grande dell'isola.
In tutta la questione uno dei ruoli più importanti è rivestito da Mario Draghi che spinge affinchè la Bce chiuda oggi la liquidità a sostegno delle banche cipriote, che sono rimaste chiuse per una settimana consecutiva e dovrebbero riaprire domani.
Di fatto, se non ci fosse l'accordo completo sul salvataggio, diverrebbero insolventi portandosi dietro tutto il Paese.
Bruxelles dovrebbe concedere 10 miliardi purché il governo di Nicosia trovi gli altri sette concordati nel negoziato nel precedente Eurogruppo, poi bocciato dal Parlamento cipriota perché li recuperava soprattutto con una tassa una tantum sui depositi fino a 100 mila euro e su quelli più ingenti.
Intanto sull'isola si moltiplicano le manifestazioni di protesta, complice anche il fatto che il denaro scarseggia. I bancomat hanno ridotto il limite giornaliero intorno a 100 euro, provocando lunghe code e spesso risultano esauriti.
Mario Nascimbeni
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[25/03/2013]