Gli ultimi mesi sono stati di autentita crisi Actv a Venezia. I disagi su vaporetti e motoscafi non si contano, le polemiche pure.
Ora pare che la ‘sperimentazione’ dei nuovi orari non fosse in realtà proprio tale, in quanto si apprende che tornare indietro sarebbe impossibile, visto che servirebbero due milioni e mezzo di euro.
Oltre a questo non si può più non considerare che la flotta dei mezzi è insufficiente, che i tempi di percorrenza dilatati hanno portato più carico di utenti sui mezzi in funzione, e che servirebbero vaporetti più grandi per i passeggeri soprattutto costituiti da turisti e valigie.
Bergamo l’altro giorno ha risposto a polemiche e attacchi: «paghiamo gli errori commessi nelle gestioni precedenti», ma è pure vero che per la crisi Actv a Venezia si stanno studiando ipotesi divere: vaporetti più grandi, oppure dividere i turisti dai veneziani, spostando i primi in percorsi più decentrati. Perché passare in Canal Grande per arrivare a San Marco e non usare il canale della Giudecca? L’intenzione è quella di differenziare anche la tariffa, dimezzando quella dei mezzi più «esterni» e invogliare i passeggeri a lasciare ai residenti i vaporetti che servono il centro.
Tra vaporetti nuovi, un paio di motonavi e un ferry che servirebbero oggi, sono necessari quasi 40 milioni di euro che però Actv oggi non ha.
Redazione
[11/05/2014]
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