I satelliti e gli aerei Usa che sorvegliano la Corea del Nord hanno registrato movimenti di missili sulla costa orientale. I missili individuati sarebbero di un tipo capace di raggiungere una gittata tra i 3.500 e i 4 mila chilometri, capaci quindi di raggiungere oltre il Sud e tutto l'arcipelago giapponese anche il territorio americano di Guam. Ma il punto più inquietante riguarda il propellente di questi missili.
I missili sarebbero stati preparati e riforniti di carburante e si tratta di un carburante che quando viene versato nei serbatoiva usato entro 72 ore.
La linea dell'America davanti a queste 'provocazioni' è sempre quella della 'pazienza strategica'. Il presidente Obama ha chiesto ai nordcoreani di mettere fine «all'approccio belligerante», mentre il suo segretario di Stato John Kerry, sbarcato a Seul per rincuorare gli alleati, ha ammonito il Nord che il lancio di un missile sarebbe «una provocazione e un grosso sbaglio: il popolo nordcoreano ha bisogno disperato di cibo, non di missili e guerre. Le relazioni tra Nord e Sud possono migliorare rapidamente se Pyongyang prenderà le giuste decisioni» ma anche queste parole, se vogliamo, potrebbero essere considerate offensive da una personalità come quella di Kim Jong-un.
Pyongyang, infatti, va avanti con le minacce: l'ultima è per Tokyo «che potrebbe essere consumata dalle fiamme nucleari».
John Kerry questa mattina andrà a Pechino per chiedere l'intervento della nuova leadership cinese sull'alleato-cliente Pyongyang. «È chiaro a tutti che non c'è nessun Paese al mondo che abbia relazioni così strette o possibilità d'impatto sui nordcoreani come la Cina», ha detto.
Intanto, intorno alla città cinese di confine di Dandong, abitata da oltre due milioni di persone, l'esercito ha condotto l'altro giorno esercitazioni di evacuazione.
paolo pradolin
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[13/04/2013]