Il presidente della Commissione Sanità Leonardo Padrin vuole ascoltare i veneti per un’altra questione cruciale: si tratta di esprimere pareri e suggerimenti sulla proposta di contratto per gli specializzandi in medicina che usufruiranno delle borse finanziate dalla Regione Veneto.
Una raccolta di opinioni aperte che non si basa sul semplice sondaggio a risposta chiusa o multipla, ma attraverso messaggi che si possono inviare al sito www.leonardopadrin.com per contribuire all’analisi definitiva del testo di legge, anche attraverso la mail del sito stesso.
Padrin chiede la partecipazione e l’opinione degli utenti pubblicando sul sito la delibera che contiene il testo dei contratti predisposto dalla giunta regionale e che sarà presto all’esame e parere della Commissione Sanità.
Il tutto in seguito alla vittoria della Corte Costituzionale, che ha stabilito come la Legge regionale sui contratti di formazione specialistica aggiuntivi regionali sia legittima.
La Corte Costituzionale ha infatti dichiarato infondata l’impugnazione dell’Avvocatura generale dello Stato che obiettava alla legge regionale, finalizzata a garantire la formazione specialistica dei medici del Veneto, questi due aspetti:
1) La competenza sulla formazione dei contratti specialisti, ritenuta materia di interesse statale e non regionale.
2) Il contrasto con il principio di uguaglianza previsto dalla Costituzione, in quanto la legge è rivolta agli specializzandi della Regione del Veneto.
La Corte Costituzionale ha però dichiarato infondata l’impugnazione, in quanto sia di competenza delle Regioni intervenire nella disciplina in conformità alle disposizioni delle norme statali.
Padrin ha dichiarato: “Le opinioni dei cittadini sono fondamentali su un tema come questo, dove i soldi nella Regione saranno impiegati per le borse di studio degli specializzandi. Trasparenza e coinvolgimento sono i punti cardine nel percorso che abbiamo intrapreso e che vuole combattere il fenomeno della “fuga dei cervelli” perchè, se le cose non cambiano – aggiunge Padrin – il nostro Paese potrebbe trovarsi nell’assurda necessità di professionisti mentre i nostri sono costretti a specializzarsi all’estero, anche in Paesi che non garantiscono lo stesso livello di preparazione rispetto a quella italiana”.
Redazione
[20/07/2014]
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