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Conte e la Nazionale: entusiasmo ritrovato e diplomazia perduta. Di Mattia Cagalli

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conte nazionale italiana

L’era Conte sulla panchina azzurra è cominciata ufficialmente e le prime impressioni sono buone. Almeno sotto l’aspetto dell’impegno.
Il gioco arriverà con il tempo (almeno si spera) ma per il momento conviene accontentarsi; soprattutto dopo essere stati reduci dall’atroce mondiale Prandelliano.

Quello che sembra aver portato l’ex allenatore della Juventus è la grinta che lo ha sempre contraddistinto e il tentativo di correre, correre sempre dei giocatori.
A differenza della Nazionale di Prandelli, dove i giocatori erano eccezionali rappresentanti del calcio balilla. Fermi immobili che si prodigavano in sterili passaggi orizzontali.

Ovviamente il tempo e la condizione fisica non è sufficiente per dare un pieno giudizio ma se è ancora valido il detto “chi ben comincia…” allora possiamo veramente augurarci il meglio.
Eppure i cambiamenti dal punto di vista degli uomini in campo è minima ma una cosa è sicura: questa squadra può vivere benissimo senza Mario Balotelli. Diversamente da ciò che credeva l’ex Ct e parte della stampa italiana.

Abbiamo scoperto Zaza (cosa ci fa ancora al Sassuolo?), De Rossi è tornato ai suoi livelli, Immobile che fa un lavoro di lotta encomiabile e Bonucci che matura di partita in partita.
Unica pecca il poco utilizzo di Verratti che, dovrebbe trovare più continuità per entrare negli schemi e diventare il vero erede designato di Andrea Pirlo… Sempre che il bresciano abbandoni davvero la Nazionale.
Dalle sue ultime dichiarazioni, l’addio sembra ancora lontano.

Due partite, entrambe vinte per 2 a 0. La prima, l’amichevole contro l’Olanda, una formazione Orange lontana parente di quella vista in Brasile. Sia nel gioco che nella voglia e impegno.
Partita virtualmente chiusa dopo un quarto d’ora, tutto semplice, troppo semplice. Eppure l’entusiasmo ha colpito immediatamente.

Ci siamo fatti influenzare troppo presto, quando ieri è arrivato il turno del match che valeva punti la cosa è leggermente cambiata.
Abbiamo sofferto contro la Norvegia, o meglio, abbiamo espresso meno fluidità e soprattutto accumulato tanti errori. Soprattutto in fase di passaggio.

Insomma, in alcuni frangenti si è rivista la vecchia Italia ma qui l’allenatore centra poco. Il problema si ripercuote da anni, perché si tratta di mancanza di fondamentali.
Quindi una partita meno “spettacolare” ma certamente più concreta.
Una piacevole sorpresa, anzi una ovvietà che però difficilmente verrà ammesso è il fatto che senza la presenza di Chiellini, la difesa ha rischiato e giocato decisamente meglio del solito.

Insomma l’esordio di Conte sembra perfetto ma non lo è. Anche lui è caduto in fallo proprio con la questione Chiellini, rischiando di comportarsi come Prandelli a suo tempo.
Convocare il giocatore senza il “permesso” della Juventus, proprio la stessa cosa di cui Conte si lamentò con Prandelli. Insomma ora Antonio si trova dall’altra parte della barricata e dovrà cercare più diplomazia.

Mattia Cagalli

10/09/2014

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