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COLATA DI CEMENTO SU ASOLO | Italia Nostra : appello al ministro Bray per salvare il Borgo

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LETTERE AL GIORNALE | Un appello a quanti hanno a cuore uno dei borghi più belli del pianeta. Contro il Piano di Assetto del Territorio (PAT) che l'amministrazione si accinge ad approvare entro l'anno e che, con una colata di cemento devastante, costituisce una minaccia gravissima per tutto il territorio, la sezione di Asolo di Italia Nostra,dopo aver raccolto e depositato al comune 496 firme sul territorio, lancia un appello a livello nazionale e internazionale affinché uno dei luoghi più conosciuti e apprezzati da visitatori di tutto il mondo per la bellezza e la sua cultura, testimoniato anche dal recente articolo sul quotidiano inglese “The Guardian”, non venga distrutto dall'ennesima “speculazione immobiliare” che gli attuali amministratori stanno pianificando. 1 milione di metri cubi di edificato fra edilizia residenziale (villette e condomini) e nuovi capannoni (in una zone dove ne stanno chiudendo a centinaia): questo è la preoccupante prospettiva di Asolo, di un borgo unico e delle sue colline.
Italia Nostra, dopo aver incontrato il sindaco della città  ed aver ricevuto risposte “molto vaghe”, nei giorni scorsi ha raccolto e depositato al comune 496 firme contro il PAT.

Il 15 maggio la sezione di Asolo di Italia Nostra ha anche inviato una lettera al ministro per i Beni Culturali Massimo Bray in cui si chiede che “per l'amore e il rispetto della città  di Asolo, una delle più belle d'Italia, conosciuta ed ammirata dal mondo intero, si chiede un'inversione di rotta, riformulando totalmente la stesura del presente Piano di Assetto del Territorio, battendosi con coraggio e proponendo nuove idee, nuovi modelli di sviluppo, senza altro consumo di suolo per diffuse colate di cemento”. La lettera è stata mandata anche al governatore del Veneto Luca Zaia, al presidente della Provincia Leonardo Muraro, alla Sovrintendenza di Venezia e, ovviamente, al Sindaco di Asolo, Loredana Baldisser.
Ad oggi nessuna risposta è arrivata.

Per Italia Nostra si tratta di un piano scellerato, che prevede l'ampliamento della zona industriale e produttiva spalmata nell'arco di un ventennio in zone verdi ancora intatte e dove sono presenti risorgive e terreni agricoli, un piano dove è assente la riqualificazione di capannoni dismessi, che non prevede nessun intervento di restauro di case o rustici di un certo valore storico-artistico, ma solo ulteriore consumo e spreco di campi, suolo e territorio.

[30/06/2013]


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