Nella notte della finale di Sanremo che sembra non finire mai ha vinto Arisa, meritatamente, seguita da Raphael Gualazzi e Renzo Rubino.
La serata comincia con don Matteo-Terence Hill, entrato in scena buttandosi giù dalla scalinata del teatro in bicicletta. Luciana Littizzetto indossa il vestito bianco da sposa. E Fabio è in tight. Ci vuole una pistola nascosta sotto l’abito talare del sacerdote per togliere a Fabio ogni «tentennamento». Luciana accetta solo perché il parroco-investigatore di Rai1 le consente di continuare a dire qualche parolaccia. Fabio si prende subito del «pirla» e più avanti Luciana si concederà una seconda licenza: «Sei una m…».
«Vi dichiaro marito e moglie finché Sanremo non vi separi» mentre risuona «non ci lasceremo mai» lanciata da Wess e Dori Ghezzi. Lei è per la coppia aperta: «Faccio entrare anche Vessicchio. E se vuole anche Renga».
Renga, appunto, era da molti considerato il favorito per la vittoria finale. Il cantante melodico convince televoto e radio, è primo in entrambe le classifiche con «Vivendo adesso», ma la vittoria finale va ad Arisa.
Doveva essere il Festival della contemporaneità, ma se ne è vista pochina in un Sanremo che ha fatto della celebrazione e dell’amarcord il suo tema conduttore.
Il premio della critica della sala stampa va a «Invisibili» di Cristiano De André, e quello della sala radio-tv-web che va ai Perturbazione.
Paolo Pradolin
[23/02/2014]
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