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Cerimonia di apertura Olimpiadi Invernali di Sochi: sfarzo, cultura ed effetti speciali

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La storia della Russia è andata in scena ieri all’apertura del Giochi Olimpici Invernali di Sochi. Tutta la maestosità del personaggio Putin affiancata alla scuola russa sono state riprodotte nella cerimonia di apertura. La rappresentazione ha avuto precisi richiami a Pietro il Grande, alla trojka di Gogol e al lago Bajkal. Al ballo di Natasha in Guerra e Pace e allo Sputnik, a Cekhov, a Chagall e Kandinskij. Poi le parate sulla Piazza Rossa e la musica di Borodin, il Lago dei Cigni di Ciajkovksij e l’Uccello di fuoco di Stravinskij, per finire con il balletto, la Chiesa ortodossa e il coro dell’Armata Rossa.

Tutta la storia della madre Russia in un paio d’ore si dipana, nonostante le tante svolte brusche, per forgiare un’identità nazionale forte e orgogliosa, grande cultura e smisurato senso di auto-percezione.

La cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Sochi è coreografica oltre ogni immaginazione, Vladimir Putin ha messo in scena per i suoi connazionali e per il mondo un’immagine suggestiva e imponente del suo potere e della nuova Russia. Un Paese che nell’interezza della sua Storia zarista, bolscevica e post-comunista definisce una posizione da protagonista del suo ruolo nel mondo.

Con il titolo «Sogni della Russia», allo stadio Fisht è andata in onda una rappresentazione scenica animata da 3 mila comparse, illuminata da centinaia di proiettori e trabordante di effetti speciali, come quando una trojka da 66 metri è sbucata dalla tempesta di neve artificiale trascinando il sole. E’ il messaggio al mondo che la Russia è tornata. Ora da Sochi in poi resterà da verificarne la robustezza e la sostenibilità, economica e democratica, soprattutto interna, nel tempo.

Tra cattedrali di luce, enormi macchine volanti, acrobati, una Chiesa di San Basilio gonfiabile in scala naturale, i cadetti dell’Accademia Navale al passo dell’oca tra le strade di una San Pietroburgo virtuale e verissima, uno dei momenti più belli della cerimonia, la scena del ballo imperiale di Natasha Rostova, descritta da Tolstoj in «Guerra e Pace», recitata dal vivo dalle stelle del Bolshoi, al suono di un maestoso valzer di Eugene Doga.

Paolo Pradolin

[08/02/2014]

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