La gara per l’acquisizione del Casinò parte con un asta al ribasso, escludendo fin da subito la possibilità di una trattativa di privata.
La base d’asta sarà di 140 milioni e nel caso ci si ritrovi di nuovo con un nulla di fatto, si potrebbe decidere di optare per una ristrutturazione gestita dal Comune.
La delibera approderà in consiglio comunale nelle prossime ore e avrà un percorso parallelo a quella del bilancio, anche se in esso non si terrà conto delle stime di vendita, questo per evitare vuoti nel caso, ancora una volta, la vendita non vada in porto.
Intanto, nonostante la riunione di martedì al Municipio di Mestre, ci sono ancora malumori. C’è, infatti, chi ancora si dice contrario a questa vendita, volendo puntare sul rilancio del Casinò, come Sebastiano Bonzio di Federazione della sinistra, il socialista Gigi Giordani, Jacopo Molina del Pd e Simone Venturini di Udc.
«Io rimango tra i contrari alla vendita – dichiara Bonzio – preferendo un percorso di ristrutturazione e dialogo con i lavoratori».
Anche Venturini si dice contrario perché «Venderlo a queste cifre non convince, meglio rilanciarlo da noi».
A controbattere ci pensa Giuseppe Caccia: «Le posizioni dei dubbiosi non cambiano. Ora andremo a verificare attentamente i numeri della nuova proposta di vendita e valuteremo pure la gestione attuale del Casinò».
Vendere la struttura servirà, soprattutto, alle casse del Comune che, come spiegato da Sindaco e vicesindaco, hanno bisogno di almeno 30 milioni di euro per evitare dei tagli e con il Casinò, se tutto va come sperato, si potrebbero recuperare almeno 20 milioni.
Redazione
[05/06/2014]
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