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Carnival Sunshine e il passaggio in Riva Sette Martiri

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nave da crociera e vaporetto

E’ strano che, da più parti, si richieda ora alla magistratura di verificare la liceità  di quanto accaduto il 27 luglio scorso con l’ormai celebre passaggio di fronte a Riva Sette Martiri della Carnival Sunshine, grande nave da crociera delle Carnival Cruise Lines, (oltre 102 mila tonnellate di stazza, lunga 272 metri e larga 35 e alta 62).

E’ strano perché da subito la Capitaneria di Porto ha chiarito che, quel giorno, tutto era stato “assolutamente normale”. Che anche la presunta anomalia rilevata dai testimoni del passaggio, e sulla quale il sottoscritto aveva chiesto i necessari chiarimenti,sarebbe rientrata in questa asserita “normalità ”.

In effetti, è proprio così: è tuttora perfettamente lecita questa aberrante normalità , in cui transatlantici oceanici possono passare per il bacino San Marco, nel cuore della città , e ridurla a proporzioni lillipuziane, trasformando in fuscelli i mezzi acquei ordinari, come si vede anche dal video messo a disposizione dal Comitato Cruise Venice (e che abbiamo da subito pubblicato sul nostro sito – Ecovenezia – e fatto arrivare al parlamento italiano e a quello europeo).

E’ tutto lecito perché il decreto Clini-Passera, che dal 1 marzo 2012 – dopo il disastro della Costa Concordia al Giglio, al quale è seguito quello della Jolly Nero, malgrado questa nave fosse trainata da due rimorchiatori nella zona portuale di Genova – vieterebbe questo tipo di passaggi, è sospeso nei suoi effetti a Venezia, in attesa di trovare alternative adeguate.

Quindi, a che proposito si interpella la Magistratura se si sa che il vero problema – il vero scandalo, cioè – è che questa aberrante normalità  è in effetti regolare? Ricorrendo a chi non può che constatare questo dato di fatto si vuole forse “assolvere” e quindi legittimare una situazione di totale squilibrio, in cui il rischio catastrofico è sempre strutturalmente presente?

La vera risposta sta nell’attuazione urgente del decreto Clini-Passera, cioè nel far finire questi passaggi e realizzare l’alternativa più adeguata, che non alteri ulteriormente l’ecosistema lagunare e consenta lo svolgimento di un’importante attività  storicamente presente a Venezia in condizioni di sicurezza e di sostenibilità .

Gianfranco Bettin
Assessore all’Ambiente

[07/09/2013]

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