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Calcio, nascondere dietro il razzismo i veri problemi. Di Mattia Cagalli

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Ci siamo cascati ancora una volta.
La fobia del razzismo comunque e dovunque ha colpito ancora, il presidente della Lega dilettanti non è presentabile, non è candidabile perché razzista.
Da giorni risuona una sua frase incriminata in cui accusa che mentre in Inghilterra effettuano controlli e selezioni sui giocatori che arrivano nel professionismo, i nostri presidenti di Club acquistano il primo Opti Poba che fino a pochi giorni prima mangiava banane.
Apriti cielo, scandalo, tutti insorgono e prendono le distanze dal loro candidato alla Figc.
I fratelli Della Valle, Squinzi, e altri ritirano l’appoggio, Albertini (altro candidato) si vergogna. Si intromette anche il PD e tutto diviene un caso politico.
Addirittura la FIFA (che farebbe meglio a guardarsi in casa sua), chiede una indagine in merito alle frasi.

Bene, bravi, bis. Quanta ipocrisia, le parole di Tavecchio sono certamente sbagliate nei toni ma come dice Zeman “Corrette nel concetto”.
Non è forse vero che le società italiane corrono ad acquistare il primo giocatore, anche minorenne purché straniero. Tutto pur di non far emergere i talenti nostrani. Insomma ci vogliono raccontare che un Opti Poba qualunque è più forte di tutti i Marco Brambilla?
Il punto però non è questo, è proprio l’ipocrisia di fondo dei sostenitori di Tavecchio e dell’opinione pubblica. Dove era tutta questa gente, quando le vere ragioni dell’incandidabilità del loro prediletto venivano espresse nei tribunali?
Si perché il presidente della Lega Dilettanti è già stato al centro di vari problemi giudiziari.

Insomma tutto questo, per la sua carica, per la sua candidabilità, è decisamente meno importante di Opti Poda, delle banane e di tutta la frutta Evidentemente Ai Della Valle, Ai Galliani, agli Squinzi e alle leghe di Serie A e Serie B, tutto questo andava bene. Probabilmente sapevano che con lui alla presidenza, ci sarebbe stato qualcuno che ci sapeva fare.
E’ inutile, non abbiamo speranze in questo paese.
Forse ha ragione il procuratore Raiola che per la presidenza della Federazione serve un esterno. Uno straniero e magari tedesco come Oliver Bierhoff.
Oppure Zeman, almeno rilancerebbe i giovani.

Mattia cagalli

[31/07/2014]

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