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Bracconaggio: attuate vaste operazioni repressive della Polizia Provinciale

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Vaste operazioni di controllo antibracconaggio e contro le attività illecite di uccellagione da parte degli agenti della polizia provinciale, coordinati dal comandante Alessio Bui e dal vicecomandante Antonio Lunardelli; in questo periodo è in atto la migrazione dei “tordi Bottacci”, una specie molto ricercata dai cacciatori.

Nei giorni scorsi durate un servizio serale una pattuglia ha perlustrato una vasta area a piedi (per non essere individuati) nelle campagne di Annone Veneto, individuando in modo chiaro il suono di un richiamo acustico, a funzionamento elettromagnetico, riproducente il verso del Tordo Bottaccio.

Gli agenti avvicinatisi al luogo individuato all’interno di un giardino, hanno notato un fascio di luce, prodotto da una torcia elettrica, e una persona che illuminava arbusti e cespugli dove era stata collocata una rete di dimensioni 35 metri di lunghezza e 3 di altezza. Poco lontano, sopra un cespuglio è stato rinvenuto un richiamo elettroacustico con relativo accumulatore di alimentazione e diffusore del suono magnetico. Tutto il materiale è stato sequestrato e messo a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

Una seconda operazione svoltasi ieri una pattuglia della polizia provinciale durante il servizio di controllo del territorio e dell’attività venatoria in località Portogruaro, ha notato al centro di un campo di stoppie di mais un appostamento da caccia all’allodola con richiami vivi in uso. Dopo un’attenta verifica con l’aiuto di un cannocchiale, è stato individuato un cacciatore che, dopo aver sparato più volte, usciva dall’appostamento andando a raccogliere qualcosa a terra per poi chinarsi sul campo in punti precisi. Insospettiti da quanto visto, gli operatori decidevano di procedere al controllo.

Presentatisi con le modalità di rito procedevano al controllo dei documenti e delle armi, appurando che un cittadino residente in provincia di Vicenza, aveva con sé un solo esemplare di allodola regolarmente abbattuto e segnato sul tesserino venatorio regionale, il che non coincideva con il numero dei colpi visti sparare. Procedevano pertanto ad una ricognizione del campo nelle vicinanze dell’appostamento, nella direzione dove si era visto più volte il soggetto chinarsi e vicino ad una stoppia di mais venivano trovati occultati otto esemplari di Pispola (Anthus pratensis) che è specie non cacciabile in Italia.

Sotto ad un’altra zolla non distante venivano ritrovati 12 bossoli calibro 12 semi sotterrati con l’evidente finalità di nasconderli. Una volta scoperto, spontaneamente consegnava un telecomando occultato all’interno dei pantaloni. Dopo una serie di accertamenti gli operatori sono riusciti a sequestrare il materiale usato, consistente in un fucile calibro 12 marca Franchi, otto esemplari di pispola abbattuti; dodici bossoli calibro 12, un richiamo elettroacustico con alimentatore, altoparlante e telecomando, e uno sgabello con telaio in legno e gamba in metallo.

Il bracconiere è stato denunciato per aver abbattuto 8 esemplari di Pispola (Anthus pratensis), e per avere esercitato la caccia con l’aiuto di un richiamo acustico a funzionamento elettromagnetico con amplificatore del suono per attirare gli uccelli al fine di abbatterli. Il materiali sequestrato è stato messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Pordenone.

L’assessore alla polizia provinciale Giuseppe Canali ha così commentato il buon esito delle operazioni: «Grazie al capillare controllo del territorio e al contrasto del bracconaggio le nostre pattuglie sono riuscite nel giro di pochi giorni a catturare persone che non rispettano le regole dell’attività venatoria. Sono dunque fondamentali l’impegno e la determinazione dei nostri agenti nel tutelare il territorio a servizio della sicurezza della comunità».

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