Non sono pochi i veneti tra i 220 mila utenti di Bip Mobile che, pur avendo acquistato e pagato regolarmente il servizio, si trovano con il cellulare “morto”, sconnesso.
Niente telefonate, niente sms, zero mail e zero mms. Magari con un credito residuo bloccato.
La storia di questi utenti è quella di ordinaria telefonia virtuale. Bip Mobile infatti è uno dei 32 operatori telefoni virtuali che operano in Italia e che contano su poco meno di 4,8 milioni di clienti (il 4,9% del mercato).
Virtuali perché non possiedono né una licenza per lo spettro radio e, a volte, neppure le infrastrutture per fornire i servizi che offrono. Si appoggiano dunque ad altre società che invece possiedono le licenze e le infrastrutture attraverso un intermediario che fornisce servizio clienti e fatturazione. Nel caso di Bip Mobile la società telefonica reale è H3g (più nota come “Tre”) mentre l’intermediario è Telogic.
Capita dunque che Bip Mobile si ritrovi in difficoltà economiche e non paghi Telogic.
Quest’ultima informa, come prevede la legge, dei mancati pagamenti Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è un’autorità indipendente, istituita per legge nel 1997. Agcom interviene e delibera che sia garantito ai clienti il servizio almeno fino al 31 gennaio 2014 e di avvisarli con largo anticipo in caso di distacco dalla rete.
E’ accaduto esattamente il contrario: né Bip Mobile e Telogic rispettano la delibera, si scaricano il barile l’una con l’altra e alla fine le connessioni vengono chiuse senza alcuna informazione preventiva ai malcapitati clienti.
Sul caso si è messa in moto l’associazione consumatori Adiconsum. Il responsabile per il Veneto, Valter Rigobon, indica le due vie che i danneggiati devono seguire, senza perdere altro tempo “la prima cosa da fare è quella di contattare un altro operatore telefonico e chiedere la portabilità immediata del numero ed il trasferimento del credito residuo, poi va inoltrato un reclamo a Bip Mobile chiedendo il risarcimento dei danni subiti e l’indennizzo.
Abbiamo allertato tutti i nostri uffici sparsi in Veneto e siamo pronti a fornire tutta l’assistenza necessaria a chi ne fa richiesta”.
A seguito delle proteste delle associazioni dei consumatori l’Autorità garante si è poi impegnata a rivedere le regole per la fornitura di servizi da parte dei cosiddetti operatori virtuali: a rimetterci non possono essere ancora i consumatori-utenti.
Adiconsum Veneto
[17/02/2014]
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