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Berlusconi se ne accorga, è nata la rivoluzione

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Bene ha fatto il TG5 a mandare in onda i volti dei terroristi che hanno devastato Roma. Altrettanto dovrebbe fare il TG3 che ha pubblicizzato la manifestazione antigovernativa meglio degli stessi organizzatori. Molti leader dell’opposizione, nonostante le ipocrite condanne di circostanza, in cuor loro avranno sicuramente “sofferto” per la mancanza di una vittima sacrificale da sbattere in faccia al vero obiettivo della pseudo manifestazione, vale a dire Berlusconi.


Delusione sfogata con la paradossale e luciferina accusa al capo del governo e alle forze dell’ordine di aver infiltrato dei provocatori. Eppure Berlusconi una colpa ce l’ha: l’aver pensato che i cosiddetti Indignati siano dei semplici contestatori.

Sembra strano che un “maccartista” anticomunista come Berlusconi, non abbia compreso le potenzialità  camaleontiche e trasformistiche dei nipotini di Marx. Dalla caduta del muro, gli epigoni dell’ideologia che ha prodotto unicamente fame, miseria e morte, si sono resi conto che continuando a farsi chiamare comunisti, non avrebbero avuto futuro. Senza nulla ripudiare dei loro crimini passati, i violentatori della democrazia, hanno pensato di mascherarsi sotto le più disparate fogge, acronimi, sigle e categorie. A seconda delle convenienze e circostanze, si travestono da pacifisti, da studenti, da disoccupati, da precari, da antinuclearisti, da No Tav, da anarchici, da black bloc, e ultima trovata in ordine di tempo: da indignati. Riconoscerli è un gioco da ragazzi: ovunque alberghino, sorgono spontanee, violenze e disordini.

Intervistato da La Repubblica, un leader degli indignati black bloc che hanno sinistrato la capitale e sfregiato una Chiesa, ha dichiarato che il suo movimento si è dichiarato in guerra con lo stato italiano. L’auspicio è che Berlusconi ne prenda atto, la smetta di fare il buonista, e imponga alle forze dell’ordine di stroncare sul nascere i prodromi di una rivoluzione che se lasciata germogliare condurrà  ad una guerra civile dalle tragiche conseguenze. Le piazze, non sono un diritto assoluto, ma una autorizzazione concessa ai cittadini democratici, non certo ai lupi travestiti da agnelli indignati.

Gianni Toffali Verona

[18 ottobre 2011]

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