Dalle parole del Cavaliere, comunque vada l'applicazione della sentenza, si comprende che continuerà la sua attività politica.
Silvio Berlusconi ritorna a parlare e lo fa per metafore, descrivendo il momento di 'crisi': «Se due amici sono in barca e uno dei due butta l’altro a mare di chi è la colpa se poi la barca sbanda?».
Sullo sfondo il possibile terremoto politico di tutti i ministri del Pdl che danno le dimissioni a causa del «massacro giudiziario del loro leader eletto da milioni di italiani». Secondo Berlusconi la strada per evitare la crisi è davanti: «La Costituzione e il buon senso offrono molte strade».
Si tratta di trovare la giusta formula per consentire l'ormai coniata «agibilità politica» del leader del Pdl, ma Letta, nel vertice di mercoledì, avrebbe indicato che non ci sono margini per un voto del Pd favorevole al Cavaliere.
«Comunque vadano le cose — ha tuonato il Cavaliere — possono farmi tutto, ma non possono togliermi tre cose»: mantenere il diritto di parola sulla scena pubblica e civile italiana, «animare e guidare il movimento politico che ho fondato» ed essere «ancora il riferimento per milioni di italiani, finché questi cittadini liberamente lo vorranno».
Paolo Pradolin
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[23/08/2013]