Silvio Berlusconi si trova forse davanti ai suoi giorni più difficili. Il ‘suo’ Pdl è diventato una specie di polveriera, l’ala governativa di Alfano in opposizione a quella di Fitto, Gelmini, Carfagna, i problemi legali e personali, legati alla sua situazione giudiziaria.
Entro il 15 ottobre Berlusconi deve decidere se chiedere di scontare la sua pena per la condanna Mediaset in affidamento ai servizi sociali, anziché agli arresti domiciliari. Se la richiesta non sarà formulata entro i termini previsti, e dunque entro la prossima settimana, per lui scatteranno automaticamente gli arresti.
Si sarebbe quindi fatta strada la decisione di richiedere l’ammissione ai servizi sociali, per questo oggi a Roma l’ex premier assieme ai suoi avvocati ha in programma di incontrare i responsabili di alcune comunità e associazioni che potrebbero essere indicate al Tribunale di sorveglianza come idonee a svolgere l’attività di recupero.
Si parla di tre associazioni o fondazioni, ma al momento sono poche le indiscrezioni sulla possibile scelta. Contatti ci sarebbero stati con il Ceis di don Picchi, comunità di recupero di tossicodipendenti dove già svolse i servizi sociali Cesare Previti. Poi si sarebbe offerto per un lavoro quotidiano di «quattro-cinque ore» Mario Capanna, presidente della «Fondazione diritti genetici». Infine vi sarebbe interesse per l’«Associazione italiana vittime di malagiustizia», che però avendo sede a Milano sarebbe difficilmente conciliabile con l’intenzione del Cavaliere di rimanere a Roma.
La scelta rimarrà riservata nelle prossime settimane, anche perchè i tempi di un pronunciamento definitivo del tribunale non saranno brevi.
Paolo Pradolin
[08/10/2013]
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